lunedì 28 marzo 2011

Tecniche di Pressure Piping - di Eddie Spence MBE - Traduzioni per Squires Kitchen

Royal Icing Projects


Eccoci ancora una volta all’ormai consueto appuntamento mensile con la traduzione per conto di Squires Kitchen da scaricare in formato PDF.

Il lavoro di questo mese “Tecniche di Pressure Piping” è stato pubblicato della rivista Cakes & Sugarcraft n. 75 ed è esaurito.
La cosa più interessante è che questo lavoro è un piccolo estratto del libro “The Art of Royal Icing” di Eddie Spence MBE.

Avere avuto la possibilità tradurre anche una piccolissima parte di questo libro splendido, che amo più di ogni altro, è qualcosa che mi inorgoglisce e allo stesso tempo mi intimorisce poiché la domanda che sempre mi pongo quando mi appresto alla traduzione è:

“sarò mai in grado di rendere ciò che questo grande Maestro insegna?”.

A voi la sentenza.

Per quel che mi riguarda posso solo dire che cerco di convogliare tutta la passione che sento dentro di me per quest’arte anche quando traduco, sperando che alcuni di voi, leggendo, possano avere la voglia di prendere in mano un conetto ed un beccuccio e provare a decorare con la ghiaccia reale…

Buona lettura,

Donatella








PDF della traduzione Tecniche di Pressure Piping di Eddie Spence MBE

quante volte è stato scaricato:

venerdì 25 marzo 2011

Vita in trincea - di Serena P.





Madre mia,

perché esiste una cosa così orribile come la guerra?
Proprio ieri sera, dopo che io e i miei compagni eravamo tornati alla base, mi ero soffermato a pensare…
Non riesco ancora a credere che solo pochi mesi fa facevo parte del gruppo degli interventisti, non riesco ancora a credere che fossi uno di quelli che voleva la guerra.
Spero che Voi stiate bene, purtroppo però non posso dire lo stesso di me. La situazione qui in trincea è orribile, indegna di essere vissuta. La gente muore ogni minuto, la tensione è sempre molto alta perché ognuno di noi non sa cosa può succedergli da lì a un minuto.
Cerco sempre di tenere duro. Lo faccio per Voi, perché so che ogni giorno sperate di rivedermi a casa sano e salvo sotto il Vostro sguardo vigile e attento..
Purtroppo però non posso ancora esaudire le Vostre preghiere, perché io sono qui a combattere per un mondo migliore, per il mio Paese, per il nostro Paese.
La situazione qui è poi peggiorata quando l’inverno è cominciato. I giorni sono lunghi, freddi e noi stiamo tutto il dì in trincea tra il fango e l’acqua che scende ininterrottamente.
L’unica cosa che riesce a tirarmi su il morale e darmi la forza è lo spirito di fratellanza che c’è tra noi uomini, infatti lo scopo per cui ci siamo arruolati è comune e, alla sera, cerchiamo di aiutarci a vicenda ricordando come era la vita prima di entrare in questo inferno.
Nonostante questo però, io mi sento solo, perso... è come diventare pazzo.
Qualche volta non ci si rende neanche conto del tempo che passa e delle sensazioni che si provano, è come se qualcuno si fosse impossessato del mio corpo che ormai prova solo la sensazione dell’abbandono.
La cosa più orribile è però vedere come i soldati cadono a terra e muoiono senza nemmeno avere la possibilità di rivedere i loro cari, senza nemmeno sapere che la loro vita sta per giungere al termine da lì a poco…
Il Generale Leone continua a ripeterci di essere forti, di non farci sottomettere dalle emozioni e, alla fine del discorso, urla sempre “Savoia!” per farci ricordare il motivo per cui siamo qui: il nostro Paese, da sempre sotto la dinastia dei Savoia.
Oggi è stata una giornata orribile, l’esercito degli austriaci è riuscito ad entrare nel nostro territorio e a impossessarsi di un piccolo pezzo di terreno, in più, il numero dei morti è aumentato facendoci rimanere a non più di venti uomini.
Come procede invece la vita a casa?
Sapete Madre, non riesco a credere che ci sia gente che in questo momento non sia qui a rischiare la vita ma a vivere una giornata del tutto normale nei campi. Mi chiedo poi, quale sarà la situazione dopo la guerra perché con tutti i bombardamenti i terreni sono del tutto devastati e inutilizzabili per un buon raccolto.
Immagino quindi che la conseguenza sarà quella di una grande crisi economica e agricola… ma non pensiamoci per ora, perché di preoccupazioni ne abbiamo tutti troppe e abbastanza per tutta la vita.
Ora però devo salutarvi Madre mia, Vi lascio con la speranza di potervi scrivere ancora e soprattutto di poterVi abbracciare il prima possibile.

Con affetto

Giuliano

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Questo sopra è il testo che mia figlia ha scritto per la verifica di italiano a lei assegnata nei giorni scorsi.
Il titolo "Vita in trincea" doveva essere la lettera alla madre scritta da un soldato in trincea durante la Grande Guerra del 1915-18.

Immedesimandosi in questo soldato, Serena, è riuscita a scrivere questa lettera. La pubblico, dopo averle chiesto il permesso, perchè la trovo bellissima e toccante.

Serena, tesoro mio, grazie.
Ancora una volta, leggendoti, mi hai commossa.

La tua mamma

Donatella

mercoledì 16 marzo 2011

Squires Kitchen Exhibition - 12-13 Marzo 2011 - diario di viaggio



Sono ormai tornata da qualche giorno. Ho avuto bisogno di raccogliere le forze. L’esperienza fatta in UK è stata bellissima ma anche molto faticosa, sia a livello fisico che mentale: parlare l’inglese, per me che non sono abituata ad esprimermi in quella lingua, è stato davvero impegnativo.

Il mio diario comincia all’aeroporto di Linate dove incontro le mie compagne di viaggio: Federica di Silovoglio e Roberta.
Chiacchieriamo per qualche minuto e decidiamo di avviarci subito al banco del check-in per poterci liberare subito dei bagagli.
Così, ci ritroviamo a girare per i negozi dell’aeroporto, passiamo quasi subito nell’area riservata ai viaggiatori e in un attimo arriva il momento di imbarcarci sull’aereo.

Eccoci, siamo sedute ai nostri posti, l’aereo ha cominciato a muoversi, i motori girano sempre più forte e arriva il momento del decollo: in quell’attimo, come sempre, la paura mi assale. Reprimo l’istinto di afferrare e stringere la mano di Federica che mi siede al fianco, e guardo fuori dal finestrino. Le case diventano sempre più piccole, il sole è rosso nel cielo al crepuscolo e noi stiamo volando alla volta dell’Inghilterra.

Col pensiero ritorno al Luglio scorso, quando affrontai lo stesso viaggio per frequentare il corso con il “mio” Eddie… quando seduta accanto a me c’era Michela…


Londra ci accoglie buia, brilla di luci che scorgo dall’aereo. I ricordi mi riportano a me piccola, a sei anni, quando volavo così spesso proprio a Londra, dove viveva mia zia. Per un anno sono vissuta nella stessa città che ora si stende sotto di me, con il Tamigi che l’attraversa, con i suoi ponti, i suoi palazzi, il Big Ben…

Atterriamo, superiamo i controlli e subito arrivano i bagagli… usciamo dall’area passeggeri e cerchiamo Martin, il proprietario del B&B che ci accompagnerà lì in macchina.
Dopo un momento di smarrimento scorgiamo un signore attempato: regge un cartello con sopra il mio nome, ci avviciniamo e ci presentiamo.
Subito andiamo alla macchina: ancora una volta rimango un po’ stranita accomodandomi accanto a lui che ha il posto di guida sulla destra… credo che non mi ci abituerò mai…

In tre quarti d’ora arriviamo a casa, veniamo accompagnati nelle nostre camere. Io e Federica dormiremo insieme mentre Roberta in camera da sola.


Il mio letto è quasi completamente circondato da finestre, le tende a fiori, tovaglie di pizzo ricamate ricoprono i tavolini, il porta fazzoletti, tazze e bollitore per il tè, ovviamente non possono mancare.

Subito dopo Martin ci accompagna a cena in un locale poco distante il “Bat & Ball” un caratteristico pub dove ci accolgono con cordialità… divertendosi anche un po’ quando annunciamo che vogliamo il menu per “young people” pensando che noi, in fondo, siamo abbastanza giovani per poterlo chiedere… mentre poi ci spiegano che quello è il menù per bambini…
Sorridendo divertite affermiamo che pensavamo di essere sufficientemente “young” e il proprietario ci risponde in modo sornione: “Naturally!” :)

A fine cena richiamiamo Martin, che ci viene a prendere e riaccompagna a casa. Federica ne approfitta per controllare la posta, io per giocare con la macchina fotografica e scattare qualche foto alla camera…
Poco dopo la stanchezza prende il sopravvento e ci addormentiamo nei nostri letti con i piumini a fiori rosa come le tende…
Il giorno successivo mi sveglio prestissimo, come al solito…
Appurato che non posso usare il computer perché ho la spina a tre pioli mentre l’adattatore ne può accogliere solo due, macchina fotografica alla mano comincio a girare per la casa. Scendo al piano di sotto e scopro una bellissima veranda a vetri già apparecchiata per la colazione. Bottiglie di cristallo e argenteria sono sparse un po’ ovunque…



Davanti alla veranda si estende il giardino con un bel prato verde.


Scatto qualche foto e poco dopo arriva Martin ancora in vestaglia e chiacchieriamo un po’ insieme.
Anche Barbara, la moglie, una dolcissima signora tipicamente inglese ci raggiunge e mi metto piacevolmente a discorrere anche con lei. Mi prepara il loro caffè, quello lungo lungo, una via di mezzo tra un caffè e un tè, che a me però non dispiace allungato con il latte, e continuiamo a chiacchierare.

Verso le nove scendono anche Federica e Roberta, io proseguo la colazione iniziata almeno un’ora prima, loro la cominciano…
Subito dopo Martin ci accompagna alla Squires Exhibition… davanti all’ingresso c’è una fila lunghissima e appena scendiamo dalla macchina, vediamo all’interno dell’edificio un gruppetto di persone che si avvicinano all’entrata: Federica mi segnala che c’è Eddie… il “MIO” Eddie!!!

Ed eccolo… indossa il kilt, il tradizionale abito scozzese. Assieme a Beverly Dutton -la proprietaria di Squires- , il marito e tutti i tutors, si avvicina al nastro d’entrata per tagliarlo e dare inizio all’inaugurazione.


Finalmente entriamo, io ne approfitto per acquistare un biglietto supplementare per Anne, la mia amica inglese che verrà a trovarmi e cominciamo a girare per le varie sale.



Ci sono espositori ovunque.


Cominciamo a girarli tutti, Federica è molto curiosa e vuole vedere tutto e io con lei. Gironzoliamo ma, in realtà, c’è una persona che sto cercando… e infatti poco dopo Federica mi chiama… C’è Eddie!!!


Di questo incontro ho raccontato nel post precedente, quindi non mi dilungherò oltre. Aggiungo solo che in una delle sale, al tavolo d’onore, vediamo alcuni suoi lavori… e… beh… qui non c’è spazio per le parole… le immagini parlano da sole…





Eddie però ci avverte che darà una dimostrazione: corriamo alla sala che ci ha indicato, ma all’ingresso ci avvertono che è tutto pieno… ma arriva Eddie, dice due parole… e ci fanno entrare :)


Vederlo lavorare, creare in tre minuti una cicogna con nel becco un fagottino con dentro un bimbo... mi ha ricordato quando fece la stessa cosa proprio sul mio tavolo, l’estate scorsa. E come allora ha cominciato a “decorare” con la ghiaccia un davanzale di legno :)


Sono rimasta lì, rapita, per l’ora che è durata la dimostrazione, scattando moltissime foto.

Ho incontrato Jane Hatton, insegnante al Brooklands College la donna che ha fatto innamorare Yukiko (Rosey Sugar) della ghiaccia reale… Yukiko me ne parlò molto bene e con lei ho chiacchierato un po’… sono passata allo stand della British Sugarcraft Guild, e poi… io e Federica siamo andate al meeting che avevamo con Beverly Dutton e Jenny Stewart, uno dei motivi che ci ha viste alla Squires Exhibition quest’anno.
Parliamo anche delle traduzioni: sono stupiti che vengano scaricate nei numeri che appaiono sul blog… questo potrebbe permettere, in un futuro forse non molto lontano, la traduzione in italiano dei libri che già pubblicano come casa editrice.

Vedere in quella stanza solo donne ed un unico uomo, il marito di Beverly, è stato davvero piacevole… ricordo Beverly che dice a Federica di non rinunciare mai ai suoi sogni…

Vedremo che sorprese ci riserverà il futuro…

Visitiamo la sala delle Wedding Cakes.



Io ritiro delle attrezzature che qualcuno ha riservato apposta per me: prima di partire avevo detto alla mia dolcissima amica Maureen che avrei desiderato provare un certo tipo di extension work ma mi mancavano le attrezzature necessarie, purtroppo quasi introvabili perché non più in produzione. Lei mi ha aiutata a trovarle e lì, da Squires… c’era qualcuno che me le aveva portate. Dovevo solo ritirarle…
Così, ringraziando col pensiero mille volte Maureen continuo a girare per l’edificio.

Abbiamo qualche appuntamento, e poi, verso il termine della giornata, Jenny Stewart ci porta a visitare il nuovo negozio di Squires Kitchen, gli uffici, la International School of Sugarcraft, dove i loro tutors tengono corsi in ogni ambito della sugar art.



Nel frattempo incontro anche Anne, la mia amica inglese. Beviamo un tè insieme e ci fa assaggiare la sua fruit cake: buonissima! Anche Federica e Roberta si stupiscono della bontà della torta che mi ricorda subito, con il suo altissimo contenuto di uvetta e frutta secca, i sapori natalizi.
Con Anne andiamo al supermercato: vorrei comperare un po’ di zucchero Tate&Lyle, ma dopo averne girato diversi, non riusciamo a trovarlo. La prendo a braccetto e le dico, sorridendo, che sembra che tutte le volte che ci incontriamo non si abbia niente di meglio da fare che girare per … supermercati!!!
Al posto dello zucchero Tate&Lyle ne compero tre chili marca Silverspoon, che si differenzia dal Tate&Lyle (che è puro zucchero di canna, parola di Eddie!!) perché è ricavato dalle barbabietole.
In un certo qual modo sento di “tradire” il “mio” Eddie… ma in mancanza d’altro lo proverò…
Poi compero gli ingredienti per fare la fruit cake a casa. Devo proprio provarci: è sorprendentemente buona… e, una volta ricoperta del marzapane che ho messo nel carrello, posso provare a ricoprirla di ghiaccia, proprio come vuole la tradizione inglese...

Anne, gentilissima come al solito, si offre di accompagnarci a casa e, dopo qualche peripezia, riusciamo ad arrivarci.
La saluto, spero di rivederla ancora a Giugno, quando tornerò per il corso con Christine Flinn e Eddie e dopo essere tornata in camera abbiamo giusto il tempo di darci una sistemata che subito arrivano Beverly e il marito pronti ad accompagnarci al luogo della cena.

Nel ristorante ho modo di rivedere Tracy e il “mio” Eddie, che indossa sempre il kilt delle grandi occasioni. Appuntata sul petto ha l’onorificenza con cui Sua Maestà la Regina Elisabetta II nel 2000 lo ha insignito: il titolo di MBE (Member of the British Empire).
La serata trascorre piacevolmente. Conosciamo Carlos Lischetti: un simpaticissimo ragazzo italo-argentino con il quale parliamo in italiano. E’ un nome emergente nella modellazione dei soggetti. I suoi sono davvero bellissimi e particolari -attenzione alla prossima traduzione sul blog di Tamara ;) -.
La stanchezza però si fa sentire presto. Ad un certo punto chiediamo di congedarci e un taxi. Una volta in camera Federica, grande lavoratrice fino alle ore piccole, si preoccupa di mettere online le foto scattate della giornata appena trascorsa…
Io, invece, mi infilo allegramente nel mio letto fiorato, circondato da finestre: se non guardo gli infissi, mi sembra quasi di dormire all’aperto…

Il giorno dopo per me inizia di nuovo presto: scendo ancora di buon’ora e chiacchiero piacevolmente con Martin e Barbara. Barbara si complimenta per il mio inglese, cosa che mi sorprende abbastanza, sebbene dichiari che quando parlo “stresso” le parole sull’ultima sillaba, cosa tipicamente italiana, quando invece la lingua inglese, in genere, ha lo stress sulla prima. Mi racconta che, in tempi di guerra, le spie curavano proprio questo particolare della lingua perché poteva tradirle e segnalare la loro non origine inglese.

Al momento di uscire di casa salutiamo Barbara: quando torneremo nel pomeriggio a ritirare i bagagli ed andare all’aeroporto lei e Martin non saranno in casa. Hanno già prenotato un taxi per noi, ci lasciano le chiavi che, dopo aver ritirato i bagagli e chiuso, infileremo nella fessura per la posta della porta di casa.
Prima di salire sulla macchina di Martin mi avvicino a Barbara: l’abbraccio forte, lei è commossa, mi dice di tornare, e io… inutile dire che sono commossa come lei e così toccata nel vedere i suoi occhi umidi di lacrime.
Saliamo sulla macchina di Martin, che per l’ultima volta ci accompagnerà da Squires.
Le ultime ora prima di partire le dedichiamo agli acquisti.


Scattiamo ancora qualche foto e, ovviamente, io mi precipito ancora dal “mio” Eddie:)
Lo saluto, ci rivedremo presto per il corso ai primi di Giugno… ma anche se non è una data troppo distante il distacco, per me, è sempre doloroso.

Alle 13,30 arriva il taxi, andiamo di corsa a riprendere i nostri bagagli e corriamo all’aeroporto.

In attesa del check-in ci sediamo in un bar, attendiamo di imbarcarci, ci aggiriamo per i negozi in cerca di piccoli regali per le nostre famiglie.

Al momento dell’imbarco quasi ci perdiamo per l’aeroporto… non sappiamo qual è il nostro gate: abbiamo fatto il check-in troppo presto e sulla carta d’imbarco non è riportato. Federica è convinta che sia il gate n. 25 io le dico che non è possibile dal momento che la mia carta riporta il n. 24…
Così, dopo aver percorso chilometri di corridoi, scopriamo che dobbiamo guardare i tabelloni dell’aeroporto: infatti il nostro è il n. 7… lontano anni luce da dove siamo ora…
Piene di borse e pacchettini corriamo velocemente per arrivarci. Siamo quasi stremate: Roberta è tutta rossa in viso… ma anche io e Federica abbiamo un bel colorito :)

A Londra c’è il sole: è ancora il tramonto. Appena saliamo in aereo ci avvertono che a Milano piove... e guardiamo già con nostalgia questa città che lasciamo così presto…
Le nuvole illuminate dal sole al tramonto sono rosa sotto di me. L’aereo vola veloce, attraversa La Manica… e poi la coltre di nubi non mi permette di vedere più nulla.

Atterriamo a Milano che è buio. All’aeroporto c’è tutta la mia famiglia ad attendermi. Non appena varco le porte dell’uscita sento le loro voci, li vedo sorridenti e Serena che dice “Eccola, l’ho vista!!”
Subito mi corrono incontro. Sono davvero tanto stanca. Saluto Federica e Roberta riproponendoci di sentirci presto e mi avvio verso casa in una serata lucida di pioggia.

Il giorno dopo invio una email a Martin e Barbara per ringraziarli dell’ospitalità.
Nonostante abbiamo lasciato il nostro pensiero sul libro degli ospiti, tengo a far sapere loro che siamo a casa e che conserverò il loro ricordo fino a quando non potrò rivederli ancora.

L’esperienza è stata bellissima, un weekend davvero interessante e intenso, che spero di ripetere anche l’anno prossimo.

E questa mattina, aprendo la posta, ho trovato la risposta di Barbara e Martin.
Due righe che dicono che sono stati contenti di sapere che sono arrivata, che è stato piacevole avermi con loro, nella loro casa, e che sperano io possa tornare se nel futuro ne avrò ancora l’occasione.

Credevo di avere visto proprio tutto, invece, affacciandomi lunedì al forum della British Sugarcraft Guild, ho scoperto che mi sono persa una sala: quella in cui erano esposti i pezzi da competizione. Quando ho visto le foto mi sono quasi mangiata le mani… non si può essere così sbadate!!!


A presto,

Donatella

lunedì 14 marzo 2011

Eddie ed io - Squires Kitchen Exhibition 12-13 Marzo 2011



Eccomi, sono tornata... stanca, stanchissima... ma felice.

Forse ricorderete che nell'ultimo post annunciavo che sarei volata in UK per partecipare come visitatrice, insieme a Federica di Silovoglio, alla Squires Kitchen Exhibition.
Ma prima di raccontarvi di questo viaggio, delle meraviglie viste, delle persone incontrate, voglio raccontare dell'incontro con il "mio" Eddie... il più importante per me...

Si, quest'uomo così piccolo, ma così grande... nel cuore... nell'anima... nella totalità della sua persona.

Sono andata subito a cercarlo, trascinandomi Federica appresso, dopo averlo visto all'entrata, mentre tagliava il nastro all'inaugurazione vestito con il tradizionale abito scozzese, il kilt completo di ghiacca nera,  indossato per le grandi occasioni.

Ecco... non so spiegare bene quale sentimento, quale legame io provi per lui... è qualcosa che va oltre la semplice ammirazione per la sua evidente abilità con Ghiaccia Reale: è qualcosa che è profondamente radicato nel mio cuore... è l'ammirazione per l'uomo, per la sua semplicità, per la sua generosità, per la dedizione a cui ha dedicato la sua vita intera, seguendo e perseguendo uno scopo.
E il suo scopo nella vita è stato quello di portare in alto quest'arte, la SUA ARTE, rendendola ancora più grande.
Tutto questo accompagnato dalla sua disponibilità, dalla sua voglia di TRASMETTERE anche ad altri, tutto il suo sapere, senza  mantenere per sé alcun "segreto"...
Io credo che tutti noi dovremmo solo imparare da quest'uomo: la sua vita, in realtà, è una lezione di vita... per tutti noi...

Ritrovarlo, al tavolo dove stava dimostrando alcune delle tecniche da lui utilizzate, confondermi tra la folla attorno a lui, è stato  come ritornare indietro di qualche mese, quando lo vidi per la prima volta attraverso i vetri delle finestre a casa di Annie, la signora inglese che aveva organizzato il corso che avrei frequentato.

Poi ho visto Tracy, la sua compagna: ho sventolato la mano, e lei, dolcissima, subito si è avvicinata a me per salutarmi. L'avevo avvertita che sarei venuta. Il nostro è stato un abbraccio intensissimo...: racchiudeva la gioia di rivederci, la dolcezza di un incontro tanto atteso... ma anche il sollievo di vedere Eddie ancora come l'avevo lasciato, anche se un po' dimagrito, dopo alcuni mesi di preoccupazione per sua salute.

Mentre io e Tracy ci abbracciavamo, Eddie si è voltato e mi ha vista... e subito ho letto la commozione nei suoi occhi. Questa volta mi ha riconosciuta: discorrendo con il conetto in mano, ha parlato di me, venuta dall'Italia...

Così si è fermato. Sebbene le immagini che seguono siano sfocate, sono il  mio ricordo più caro:  io e Eddie. Lui ed io con le lacrime agli occhi, io che mi abbandono sulla sua spalla, sebbene anche io sia piccola, debbo chinarmi per riuscirci...




Eddie che mi guarda, la commozione nel suo viso... nel mio è ancora più grande, ma di me si vedono solo i capelli...


Il momento dei saluti: è domenica, lo sto salutando per l'ultima volta. Ci rivedremo ancora all'inizio di Giugno quando, in veste di studente, parteciperò ancora ad un suo corso. Questa volta ho impostato la modalità automatica nella macchina fotografica per non correre ancora il rischio di avere foto sfocate :)
Ha il conetto in mano, sta ancora dimostrando quali meraviglie riesce a produrre...



Io, dal canto mio, non riesco a laciarlo in pace :)
Continuo ad abbracciarlo... non voglio andarmene via... da lui...



Ed eccola: Tracy, la sua dolcissima compagna di vita, la donna che lo segue ovunque vada, che lo ama più di tutte noi...
Tracy: I love you...


Forse solo chi era con me, Federica, ha capito quanto è stato importante rivedere Eddie e Tracy. Ritrovarci quasi ci fossimo lasciati il giorno prima, come se il tempo non fosse trascorso, è stato qualcosa che non riesco a descrivere.

Come dicevo tempo fa, la vita, alle volte, ci riserva  grandi sorprese.
Questo incontro, per me, è una di quelle.

A presto... prestissimo... :)

Donatella

lunedì 7 marzo 2011

Torta per un Battesimo



Pavia è una piccola città... finisce che, alla fine, ci si conosce tutti... :)

Questa è la storia di una torta, realizzata per il nipotino di Raffaella, che ha ricevuto il Battesimo ieri, domenica 6 Marzo 2011.

Un giorno Cristina mi invia una email, chiedendomi se, nel caso, risiedessi a Pavia... Ma certo che vivo qui!! Mi chiede di poter inviare i miei contatti ad una signora che le ha richiesto una torta e che lei, abitando a Roma, sarebbe impossibilitata a realizzare.

Subito dopo Raffaella mi scrive, fissiamo un appuntamento nello splendido bar Demetrio, sovrastato dal monumentale lampadario in vetro rosso di Murano, dove ci incontriamo qualche giorno dopo per parlare del lavoro che vorrebbe realizzassi per il nipotino.
Scopro,  nel frattempo, che Raffaella è conosciuta da una mia carissima amica, quindi discorrendo piacevolmente di torte, confetti, università e bimbi, la conversazione tra noi si scioglie: chiacchieriamo proprio come ci conoscessimo da tempo...

Mettiamo a punto l'idea del topper della torta, per tutto il resto ho carta bianca e decidiamo anche la decorazione dei confetti che realizzerò per lei.

I colori dominanti sono il bianco e l'azzurro, ovviamente, ma decido anche di aggiungere un tocco di giallo per vivacizzare ed alleggerire un po' la monotonia di questi due colori.

Qualche giorno dopo le consegno  la prima parte del lavoro: i confetti decorati. Alcuni sono con un biberon, altri con i fiocchi, altri ancora con la decorazione che riprenderà quella della torta.

Quando comincio a preparare la torta decido che la base sarà una torta Margherita, variante al cioccolato, la stessa che Letizia usa da tempo e che mi consiglia caldamente perché, sostiene, è densa,  abbastanza umida e anche molto gradita anche a chi è abituato al classico Pan di Spagna. Sempre Letizia mi consiglia la bagna: acqua, zucchero, una scorzetta di arancia non trattata e due chiodi di garofano, portati a bollore qualche minuto e lasciati raffreddare. Sorprendentemente buonissima.

Preparo le due basi, le bagno e le farcisco con una ganache al cioccolato fondente e al latte: quando so che ci saranno anche dei bambini  a consumare la torta preferisco non utilizzare solo cioccolato fondente, forse perchè il mio piccolo Lorenzo non ama particolarmente il cioccolato "nero". Poi ricopro con crema di burro e quindi di pasta di zucchero.

La torta viene bella alta, proprio come mi piace debbano risultare queste torte di origine anglosassone.

La settimana è stata pesante: la preparazione dei lavori per il corso mi ha impegnata parecchio, ma di recente, mi capita sempre più spesso di avere ben chiaro come dovrà risultare la torta finita.

E così è stato anche per questa: un giorno, improvvisamente, nella mia mente si è formata l'immagine della torta: il topper, deciso con Raffaella, con un coniglietto che dorme in un cestino sorretto da un fiocco.Il tutto contornato da una ghirlanda di fiori.
Quindi, a me che piace coordinare tutto, nasce l'idea di questa ghirlanda di fiori che gira tutt'intorno alla torta e che viene ripresa anche sulla decorazione del vassoio.

Qualche giorno di lavoro... e la torta è finita. Ho dipinto in varie tonalità di verde le foglie delle ghirlande, ho realizzato centinaia di fiorellini, e ho lasciato un po' da parte la ghiaccia reale per questo lavoro... o meglio l'ho utilizzata pochissimo: per la finitura del contorno della placca sul topper, per realizzare la decorazione che copre la giuntura tra torta e vassoio,  per realizzare il centro dei fiorellini azzurri e gialli e, in ultimo, per qualche piccolo bocciolo sulle ghirlande.

Come sempre mi accade di recente, al termine di un lavoro, mi sento senza più forze, svuotata, non più obiettiva: non riesco a capire se quello che ho appena finito mi piace davvero o no...

Così, spesso, lascio agli altri il compito di giudicare il mio lavoro... e così farò anche ora: questo è stato il mio lavoro... accetto consigli, critiche e suggerimenti :)

La torta finita:



Il topper...




La decorazione delle pareti. Il cuore e al suo interno la margherita a tecnica pressure piping, ovvero la mia firma: Eddie nel cuore... sempre.


I confetti con decorazione abbinata alla torta; gli altri non li ho fotografati... identici a quelli fatti già diverse volte in precedenza...


Anche se non ho lavori con lo zucchero, questa settimana sarà ugualmente intensa: approntare gli ordini per il corso di Aprile, preparare le dispense, pensare all'organizzazione di altri corsi in programma, cominciare la prossima traduzione - ancora un articolo del "mio" Eddie e... e...

... e venerdì... prenderò un aereo, insieme a Federica di Silovoglio e Roberta, una ragazza che partecipò al mio corso di Ottobre, e voleremo insieme in UK per partecipare alla Squires Kitchen Exhibition e lì, in mezzo a tante meraviglie, rivedrò e, spero, abbraccerò  e bacerò ancora il "mio" Eddie... che presenzierà alla manifestazione per tre giorni, un incontro fuori programma ma, per me, attesissimo... so già che, al solito, mi metterò a piangere come una fontana...
Rivedrò Anne, la mia amica inglese, incontrerò tante persone che conosco solo per nome, frequentando il forum della British Sugarcraft Guild... insomma... un weekend in mezzo allo zucchero... che più zucchero non si può :D

Spero di fare tante foto... poi, ovviamente, vi racconterò tutto...

A prestissimo quindi, con il resoconto del viaggio, la prossima traduzione...e altri progetti futuri :)

A presto,

Donatella


venerdì 4 marzo 2011

Corso di decorazione a Milano - Sabato 2 e Domenica 3 Aprile 2011 - in collaborazione con SilovoglioWeddingPlanner


Rieccoci ad un nuovo appuntamento con la "mia" ghiaccia reale.

In collaborazione con SilovoglioWeddingPlanner, ancora a Castelletto di Cuggiono, terrò un nuovo corso, nei giorni 2 e 3 Aprile 2011, per chi vorrà parteciparvi.

Ecco i lavori che ho preparato:

Modulo a otto ore, sabato 2 Aprile 2011  - livello principianti - :


Placca ricoperta in pasta di zucchero e decorata a tecnica Brush Embroidery.

Il programma della giornata prevede:

- corretta preparazione della ghiaccia reale;
- spegazione sulle varie consistenze;
- esercizi praparatori alla decorazione della placca;
- decorazione della placca;
- colorazione della placca con polvere perlata;
- realizzazione della decorazione del bordo -se le ore a disposizione lo permetteranno-;

Modulo a otto ore, livello medio/avanzato - Domenica 3 Aprile 2011 -.

Torta a tecnica Brush/Stitch Embroidery, farfalla in lace, Cornelli work.

LA TORTA QUI PRESENTATA VERRA' UN PO' SEMPLIFICATA AL CORSO PER MOTIVI DI TEMPO.

Il programma della giornata prevede:

- copertura di una dummie cake in pasta di zucchero e copertura del vassoio;
- realizzazione del topper a Brush/Stitch Embroidery;
- realizzaione della farfalla  in ghiaccia reale a lace technique;
- decorazione  in  ghiaccia  reale delle pareti  della torta a Brush/Stitch Embroidery - semplificato;
- cornelli work;

Il vassoio della torta verrà impresso con il disegno, ma la decorazione non verrà realizzata. Mi piace pensare che le persone che parteciperanno al corso, tornando a casa trovino la passione, la voglia di continuare il lavoro fatto insieme... come una sorta di "compito a casa", per intenderci  :)

Vi lascio qualche foto  e per qualsiasi informazione potete inviare una email a:










Spero di incontrare quanti di voi vorranno dedicare una giornata, da trascorrere assieme a me, divertendoci insieme giocando con la ghiaccia reale :)

A presto,

Donatella
con  Eddie nel cuore... sempre.