mercoledì 16 marzo 2011

Squires Kitchen Exhibition - 12-13 Marzo 2011 - diario di viaggio



Sono ormai tornata da qualche giorno. Ho avuto bisogno di raccogliere le forze. L’esperienza fatta in UK è stata bellissima ma anche molto faticosa, sia a livello fisico che mentale: parlare l’inglese, per me che non sono abituata ad esprimermi in quella lingua, è stato davvero impegnativo.

Il mio diario comincia all’aeroporto di Linate dove incontro le mie compagne di viaggio: Federica di Silovoglio e Roberta.
Chiacchieriamo per qualche minuto e decidiamo di avviarci subito al banco del check-in per poterci liberare subito dei bagagli.
Così, ci ritroviamo a girare per i negozi dell’aeroporto, passiamo quasi subito nell’area riservata ai viaggiatori e in un attimo arriva il momento di imbarcarci sull’aereo.

Eccoci, siamo sedute ai nostri posti, l’aereo ha cominciato a muoversi, i motori girano sempre più forte e arriva il momento del decollo: in quell’attimo, come sempre, la paura mi assale. Reprimo l’istinto di afferrare e stringere la mano di Federica che mi siede al fianco, e guardo fuori dal finestrino. Le case diventano sempre più piccole, il sole è rosso nel cielo al crepuscolo e noi stiamo volando alla volta dell’Inghilterra.

Col pensiero ritorno al Luglio scorso, quando affrontai lo stesso viaggio per frequentare il corso con il “mio” Eddie… quando seduta accanto a me c’era Michela…


Londra ci accoglie buia, brilla di luci che scorgo dall’aereo. I ricordi mi riportano a me piccola, a sei anni, quando volavo così spesso proprio a Londra, dove viveva mia zia. Per un anno sono vissuta nella stessa città che ora si stende sotto di me, con il Tamigi che l’attraversa, con i suoi ponti, i suoi palazzi, il Big Ben…

Atterriamo, superiamo i controlli e subito arrivano i bagagli… usciamo dall’area passeggeri e cerchiamo Martin, il proprietario del B&B che ci accompagnerà lì in macchina.
Dopo un momento di smarrimento scorgiamo un signore attempato: regge un cartello con sopra il mio nome, ci avviciniamo e ci presentiamo.
Subito andiamo alla macchina: ancora una volta rimango un po’ stranita accomodandomi accanto a lui che ha il posto di guida sulla destra… credo che non mi ci abituerò mai…

In tre quarti d’ora arriviamo a casa, veniamo accompagnati nelle nostre camere. Io e Federica dormiremo insieme mentre Roberta in camera da sola.


Il mio letto è quasi completamente circondato da finestre, le tende a fiori, tovaglie di pizzo ricamate ricoprono i tavolini, il porta fazzoletti, tazze e bollitore per il tè, ovviamente non possono mancare.

Subito dopo Martin ci accompagna a cena in un locale poco distante il “Bat & Ball” un caratteristico pub dove ci accolgono con cordialità… divertendosi anche un po’ quando annunciamo che vogliamo il menu per “young people” pensando che noi, in fondo, siamo abbastanza giovani per poterlo chiedere… mentre poi ci spiegano che quello è il menù per bambini…
Sorridendo divertite affermiamo che pensavamo di essere sufficientemente “young” e il proprietario ci risponde in modo sornione: “Naturally!” :)

A fine cena richiamiamo Martin, che ci viene a prendere e riaccompagna a casa. Federica ne approfitta per controllare la posta, io per giocare con la macchina fotografica e scattare qualche foto alla camera…
Poco dopo la stanchezza prende il sopravvento e ci addormentiamo nei nostri letti con i piumini a fiori rosa come le tende…
Il giorno successivo mi sveglio prestissimo, come al solito…
Appurato che non posso usare il computer perché ho la spina a tre pioli mentre l’adattatore ne può accogliere solo due, macchina fotografica alla mano comincio a girare per la casa. Scendo al piano di sotto e scopro una bellissima veranda a vetri già apparecchiata per la colazione. Bottiglie di cristallo e argenteria sono sparse un po’ ovunque…



Davanti alla veranda si estende il giardino con un bel prato verde.


Scatto qualche foto e poco dopo arriva Martin ancora in vestaglia e chiacchieriamo un po’ insieme.
Anche Barbara, la moglie, una dolcissima signora tipicamente inglese ci raggiunge e mi metto piacevolmente a discorrere anche con lei. Mi prepara il loro caffè, quello lungo lungo, una via di mezzo tra un caffè e un tè, che a me però non dispiace allungato con il latte, e continuiamo a chiacchierare.

Verso le nove scendono anche Federica e Roberta, io proseguo la colazione iniziata almeno un’ora prima, loro la cominciano…
Subito dopo Martin ci accompagna alla Squires Exhibition… davanti all’ingresso c’è una fila lunghissima e appena scendiamo dalla macchina, vediamo all’interno dell’edificio un gruppetto di persone che si avvicinano all’entrata: Federica mi segnala che c’è Eddie… il “MIO” Eddie!!!

Ed eccolo… indossa il kilt, il tradizionale abito scozzese. Assieme a Beverly Dutton -la proprietaria di Squires- , il marito e tutti i tutors, si avvicina al nastro d’entrata per tagliarlo e dare inizio all’inaugurazione.


Finalmente entriamo, io ne approfitto per acquistare un biglietto supplementare per Anne, la mia amica inglese che verrà a trovarmi e cominciamo a girare per le varie sale.



Ci sono espositori ovunque.


Cominciamo a girarli tutti, Federica è molto curiosa e vuole vedere tutto e io con lei. Gironzoliamo ma, in realtà, c’è una persona che sto cercando… e infatti poco dopo Federica mi chiama… C’è Eddie!!!


Di questo incontro ho raccontato nel post precedente, quindi non mi dilungherò oltre. Aggiungo solo che in una delle sale, al tavolo d’onore, vediamo alcuni suoi lavori… e… beh… qui non c’è spazio per le parole… le immagini parlano da sole…





Eddie però ci avverte che darà una dimostrazione: corriamo alla sala che ci ha indicato, ma all’ingresso ci avvertono che è tutto pieno… ma arriva Eddie, dice due parole… e ci fanno entrare :)


Vederlo lavorare, creare in tre minuti una cicogna con nel becco un fagottino con dentro un bimbo... mi ha ricordato quando fece la stessa cosa proprio sul mio tavolo, l’estate scorsa. E come allora ha cominciato a “decorare” con la ghiaccia un davanzale di legno :)


Sono rimasta lì, rapita, per l’ora che è durata la dimostrazione, scattando moltissime foto.

Ho incontrato Jane Hatton, insegnante al Brooklands College la donna che ha fatto innamorare Yukiko (Rosey Sugar) della ghiaccia reale… Yukiko me ne parlò molto bene e con lei ho chiacchierato un po’… sono passata allo stand della British Sugarcraft Guild, e poi… io e Federica siamo andate al meeting che avevamo con Beverly Dutton e Jenny Stewart, uno dei motivi che ci ha viste alla Squires Exhibition quest’anno.
Parliamo anche delle traduzioni: sono stupiti che vengano scaricate nei numeri che appaiono sul blog… questo potrebbe permettere, in un futuro forse non molto lontano, la traduzione in italiano dei libri che già pubblicano come casa editrice.

Vedere in quella stanza solo donne ed un unico uomo, il marito di Beverly, è stato davvero piacevole… ricordo Beverly che dice a Federica di non rinunciare mai ai suoi sogni…

Vedremo che sorprese ci riserverà il futuro…

Visitiamo la sala delle Wedding Cakes.



Io ritiro delle attrezzature che qualcuno ha riservato apposta per me: prima di partire avevo detto alla mia dolcissima amica Maureen che avrei desiderato provare un certo tipo di extension work ma mi mancavano le attrezzature necessarie, purtroppo quasi introvabili perché non più in produzione. Lei mi ha aiutata a trovarle e lì, da Squires… c’era qualcuno che me le aveva portate. Dovevo solo ritirarle…
Così, ringraziando col pensiero mille volte Maureen continuo a girare per l’edificio.

Abbiamo qualche appuntamento, e poi, verso il termine della giornata, Jenny Stewart ci porta a visitare il nuovo negozio di Squires Kitchen, gli uffici, la International School of Sugarcraft, dove i loro tutors tengono corsi in ogni ambito della sugar art.



Nel frattempo incontro anche Anne, la mia amica inglese. Beviamo un tè insieme e ci fa assaggiare la sua fruit cake: buonissima! Anche Federica e Roberta si stupiscono della bontà della torta che mi ricorda subito, con il suo altissimo contenuto di uvetta e frutta secca, i sapori natalizi.
Con Anne andiamo al supermercato: vorrei comperare un po’ di zucchero Tate&Lyle, ma dopo averne girato diversi, non riusciamo a trovarlo. La prendo a braccetto e le dico, sorridendo, che sembra che tutte le volte che ci incontriamo non si abbia niente di meglio da fare che girare per … supermercati!!!
Al posto dello zucchero Tate&Lyle ne compero tre chili marca Silverspoon, che si differenzia dal Tate&Lyle (che è puro zucchero di canna, parola di Eddie!!) perché è ricavato dalle barbabietole.
In un certo qual modo sento di “tradire” il “mio” Eddie… ma in mancanza d’altro lo proverò…
Poi compero gli ingredienti per fare la fruit cake a casa. Devo proprio provarci: è sorprendentemente buona… e, una volta ricoperta del marzapane che ho messo nel carrello, posso provare a ricoprirla di ghiaccia, proprio come vuole la tradizione inglese...

Anne, gentilissima come al solito, si offre di accompagnarci a casa e, dopo qualche peripezia, riusciamo ad arrivarci.
La saluto, spero di rivederla ancora a Giugno, quando tornerò per il corso con Christine Flinn e Eddie e dopo essere tornata in camera abbiamo giusto il tempo di darci una sistemata che subito arrivano Beverly e il marito pronti ad accompagnarci al luogo della cena.

Nel ristorante ho modo di rivedere Tracy e il “mio” Eddie, che indossa sempre il kilt delle grandi occasioni. Appuntata sul petto ha l’onorificenza con cui Sua Maestà la Regina Elisabetta II nel 2000 lo ha insignito: il titolo di MBE (Member of the British Empire).
La serata trascorre piacevolmente. Conosciamo Carlos Lischetti: un simpaticissimo ragazzo italo-argentino con il quale parliamo in italiano. E’ un nome emergente nella modellazione dei soggetti. I suoi sono davvero bellissimi e particolari -attenzione alla prossima traduzione sul blog di Tamara ;) -.
La stanchezza però si fa sentire presto. Ad un certo punto chiediamo di congedarci e un taxi. Una volta in camera Federica, grande lavoratrice fino alle ore piccole, si preoccupa di mettere online le foto scattate della giornata appena trascorsa…
Io, invece, mi infilo allegramente nel mio letto fiorato, circondato da finestre: se non guardo gli infissi, mi sembra quasi di dormire all’aperto…

Il giorno dopo per me inizia di nuovo presto: scendo ancora di buon’ora e chiacchiero piacevolmente con Martin e Barbara. Barbara si complimenta per il mio inglese, cosa che mi sorprende abbastanza, sebbene dichiari che quando parlo “stresso” le parole sull’ultima sillaba, cosa tipicamente italiana, quando invece la lingua inglese, in genere, ha lo stress sulla prima. Mi racconta che, in tempi di guerra, le spie curavano proprio questo particolare della lingua perché poteva tradirle e segnalare la loro non origine inglese.

Al momento di uscire di casa salutiamo Barbara: quando torneremo nel pomeriggio a ritirare i bagagli ed andare all’aeroporto lei e Martin non saranno in casa. Hanno già prenotato un taxi per noi, ci lasciano le chiavi che, dopo aver ritirato i bagagli e chiuso, infileremo nella fessura per la posta della porta di casa.
Prima di salire sulla macchina di Martin mi avvicino a Barbara: l’abbraccio forte, lei è commossa, mi dice di tornare, e io… inutile dire che sono commossa come lei e così toccata nel vedere i suoi occhi umidi di lacrime.
Saliamo sulla macchina di Martin, che per l’ultima volta ci accompagnerà da Squires.
Le ultime ora prima di partire le dedichiamo agli acquisti.


Scattiamo ancora qualche foto e, ovviamente, io mi precipito ancora dal “mio” Eddie:)
Lo saluto, ci rivedremo presto per il corso ai primi di Giugno… ma anche se non è una data troppo distante il distacco, per me, è sempre doloroso.

Alle 13,30 arriva il taxi, andiamo di corsa a riprendere i nostri bagagli e corriamo all’aeroporto.

In attesa del check-in ci sediamo in un bar, attendiamo di imbarcarci, ci aggiriamo per i negozi in cerca di piccoli regali per le nostre famiglie.

Al momento dell’imbarco quasi ci perdiamo per l’aeroporto… non sappiamo qual è il nostro gate: abbiamo fatto il check-in troppo presto e sulla carta d’imbarco non è riportato. Federica è convinta che sia il gate n. 25 io le dico che non è possibile dal momento che la mia carta riporta il n. 24…
Così, dopo aver percorso chilometri di corridoi, scopriamo che dobbiamo guardare i tabelloni dell’aeroporto: infatti il nostro è il n. 7… lontano anni luce da dove siamo ora…
Piene di borse e pacchettini corriamo velocemente per arrivarci. Siamo quasi stremate: Roberta è tutta rossa in viso… ma anche io e Federica abbiamo un bel colorito :)

A Londra c’è il sole: è ancora il tramonto. Appena saliamo in aereo ci avvertono che a Milano piove... e guardiamo già con nostalgia questa città che lasciamo così presto…
Le nuvole illuminate dal sole al tramonto sono rosa sotto di me. L’aereo vola veloce, attraversa La Manica… e poi la coltre di nubi non mi permette di vedere più nulla.

Atterriamo a Milano che è buio. All’aeroporto c’è tutta la mia famiglia ad attendermi. Non appena varco le porte dell’uscita sento le loro voci, li vedo sorridenti e Serena che dice “Eccola, l’ho vista!!”
Subito mi corrono incontro. Sono davvero tanto stanca. Saluto Federica e Roberta riproponendoci di sentirci presto e mi avvio verso casa in una serata lucida di pioggia.

Il giorno dopo invio una email a Martin e Barbara per ringraziarli dell’ospitalità.
Nonostante abbiamo lasciato il nostro pensiero sul libro degli ospiti, tengo a far sapere loro che siamo a casa e che conserverò il loro ricordo fino a quando non potrò rivederli ancora.

L’esperienza è stata bellissima, un weekend davvero interessante e intenso, che spero di ripetere anche l’anno prossimo.

E questa mattina, aprendo la posta, ho trovato la risposta di Barbara e Martin.
Due righe che dicono che sono stati contenti di sapere che sono arrivata, che è stato piacevole avermi con loro, nella loro casa, e che sperano io possa tornare se nel futuro ne avrò ancora l’occasione.

Credevo di avere visto proprio tutto, invece, affacciandomi lunedì al forum della British Sugarcraft Guild, ho scoperto che mi sono persa una sala: quella in cui erano esposti i pezzi da competizione. Quando ho visto le foto mi sono quasi mangiata le mani… non si può essere così sbadate!!!


A presto,

Donatella

11 commenti:

  1. letto tutto d'un fiato e alle parole di Serena ............ho pianto tanto tanto tanto tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quella riga!

    RispondiElimina
  2. I'm so pleased you enjoyed your trip. Eddie is such a lovely man and has so much time for everybody. We all love him and are so pleased to see him back in good health.

    I now know why you were in "Sainsburys" when we finally got to meet in person. You were looking for icing sugar!

    regards

    Liz Finch

    RispondiElimina
  3. Il tuo racconto cosi' coinvolgente mi ha emozionato fin nel profondo,dandomi la sensazione di aver "vissuto" anche io quel sogno.Il mio augurio per te,con tutto il cuore e nella piu' totale sicerita'è:quello che manca al completamento del tuo o dei tuoi sogni
    possa essere realizzato fino in fondo!
    Con stima e affetto!
    Anna

    RispondiElimina
  4. Que emoción!! Me alegro mucho por todo.

    Un besito

    RispondiElimina
  5. Incredibile leggerti e immaginare di essere lì con te...Che emozione!! Hai fatto un resoconto di quello che sono ben due anni che immagino di sperimentare, poichè ogni anno decido che non potrò mancare a questo importante appuntamento e invece succede qualcosa che me lo impedisce!
    Il Brooklands College di Rosey Sugar, al quale avrei voluto iscrivermi 3 anni fa, il negozio Squires, che anni fa avevo visto con google map satellite...!!
    Troppo bello! L'anno prossimo non voglio davvero perdermi tutto questo!! Senza contare la tua "prospettiva" privilegiata di viverlo insieme a premurosi accompagnatori!! ;-))

    RispondiElimina
  6. Mi è sembrato quasi di essere lì con voi e mi ha colpito la dolcezza che traspare dalle tue parole! Non vedo l'ora di conoscerti di persona e pa quanto pare il 7 maggio ci riuscirò :D

    RispondiElimina
  7. Grazie Tante per il tuo bellissimo racconto che ha fatto sognare un po' anche me!
    Arianna

    RispondiElimina
  8. ciao Donatella, più ti leggo e più mi rendo conto che il tuo "valore", non sta nelle tue creazioni, che comunque ne sono il riflesso, ma nella tua anima, nella tua personalità, nel tuo modo di essere, così semplice e appassionante, così dolce e commovente...
    Ti voglio tanto bene, sei una persona davvero speciale..
    Fiorella

    RispondiElimina
  9. che belle foto! Io non sono venuta per questione di pigrizia, perche' odio i treni e non mi andava di farmi piu di 1 ora di treno da Londra(dove vivo) ma comincio a pentirmi della mia stupida decisione :( SOB

    RispondiElimina
  10. Donatella è impressionante la capacità di coinvolgerci ....sento la tua emozione e ne sono commossa .....grazie!!!!!!<3lucy

    RispondiElimina
  11. ma che fortuna avete avuto a fare questo bellissimo e interessante viaggio .Avete visto dei capolavori che potrebbero stare in un museo.La vostra emozione e'stata anche la mia quando ho letto il diario di viaggio grazie per averlo condiviso con tutti.

    RispondiElimina