giovedì 12 marzo 2015

Un sogno da condividere...




E' bello condividere una passione.
Ancora di più se la condividi con persone che conosci, persone che sono state tue allieve, consapevole che, forse, il primo seme di questa passione lo hai seminato proprio tu.
Accompagnarle in Uk semplicemente per tradurre Eddie, dal momento che alcune di loro non parlano la lingua inglese, è stata per me una gioia vera. E stato come aiutarle a realizzare il loro sogno, ed è una sensazione che mi fa stare bene.
Susanna, Pinuccia, Mirella, Carla, Catia e Tiziana si sono trovate insieme, unite in questa esperienza, con la sottoscritta ad accompagnarle.




Bournemouth ci ha accolte con la sua aria gelida, pungente. Con i suoi cieli azzurri, i tramonti arancioni e le nuvole rosa. Le casette colorate e quelle di mattoni rossi. Con la sua primavera, i peschi e i ciliegi già in fiore. 

E Eddie e Tracy, questa splendida coppia che ha i potere di far innamorare di sé. Perché è proprio così. Non ci si innamora solo della ghiaccia frequentando un corso con Eddie: ci si innamora di lui e della sua inseparabile compagna, di quello che trasmettono loro due insieme, dell'amore che hanno l'uno per l'altra e di come si trovano uniti nel trasmettere a tutti la passione per la ghiaccia reale.

E così è stato, ancora una volta. 

Ho visto gli occhi delle "mie ragazze" illuminarsi, ho letto lo stupore sui loro volti, ho visto accadere a loro la stessa cosa che accadde a me la prima volta che incontrai Eddie e Tracy. 
La magia si è compiuta di nuovo.

 



Le giornate sono trascorse tra conetti, beccucci, esercizi e il progetto di questa torta, pensata per la festa della mamma - o anche per un compleanno - che pian piano si formava.
A cominciare dai pezzi di collar e del ventaglio. Il lavoro andava spedito, senza particolari difficoltà.

Anche il nostro gruppetto ha cominciato a conoscersi di più, alcune di loro non si erano mai nemmeno viste ed è stato bello veder nascere una bella armonia.
E' perfino successo che si siano formate delle "coppie di fatto", come amavo scherzarci sopra,che ci hanno allietato le giornate e fatto sorridere di cuore.


                           "Cip e Ciop"                                                                     "Mimì e Cocò"

Inotre Susanna, italiana ma che vive in Spagna, ha colpito il cuore di tutti gli inglesi del club che ci ospitava, fino al punto che uno di loro, durante una pausa, l'ha invitata a ballare in pista!

Ho visto crescere il progetto di questa torta, molte volte ho invidiato un po' le mie compagne perché avrei voluto essere una di loro. Ho visto Eddie tranquillo e orgoglioso del lavoro svolto.



Ho amato ogni momento di questo viaggio.

Quando la torta è stata montata, l'ultimo giorno, sono rimasta come sempre a bocca aperta, perché nonostante sia abituata a vedere un progetto formarsi sotto le mie mani, o sotto quelle delle "mie ragazze" come in questo caso, non riuscivo a visualizzarla finita.
A torta terminata però, ho pensato che Eddie è lui, unico: solo e soltanto lui. Nessuno mai riuscirà ad eguagliarlo. I suoi progetti portano la sua firma stampata fin nel più piccolo granello di zucchero a velo.
Questo, in particolare, porta anche la firma di Tracy che lo ha voluto fortemente proprio così come è stato realizzato: colori e forma.


I quattro giorni sono volati...   Tra lacrime e abbracci abbiamo salutato  la dolcissima Tracy e Eddie, che per l'occasione ha voluto indossare per noi il Kilt, con la promessa che ci saremmo rivisti al più presto.
In men che non si dica ci siamo trovate in camera a corso finito. Alcune di noi sarebbero partite la sera stessa della fine del corso. Le altre il giorno successivo.

Tornate a casa, tutte con le torte perfettamente integre (io senza torta ma con qualcosa di ancora più prezioso, forse),  abbiamo sentito nel cuore quel sentimento che avvolge dopo un'esperienza come quella appena vissuta. Senti che tutto ti manca.

A me manca la colazione del mattino con tanta frutta,
mi manca il vento leggero, ma freddo e pungente che mi soffia sul viso, 
mi manta l'abbraccio di Eddie,  
mi manca il sorriso di Tracy, 
mi manca la passeggiata della sera per andare a mangiare,
mi mancano Pinuccia e Carla che battibeccano amorevolmente,
mi mancano Tiziana e Susanna che scoprono di avere una miriade di punti in comune,
mi manca Catia con la sua macchina fotografica sempre in mano e il sorriso sul viso,
mi manca Mirella, con la sua gentilezza e la sua disponibilità.
Mi manca alzare lo sguardo al cielo e vederlo così azzurro, mi manca vedere la bandiera inglese mossa dal vento, sventolare dal pennone proprio sotto una delle finestre della stanza dove si svolgeva il corso,  mi manca il mare, la sabbia rossa e quei sassi dalle forme arrotondate, vicino al molo, levigati dal vento e dal mare.

E penso a quella frase sulla nostalgia che ho letto tempo fa e di cui non ricordo l'autore:

"La nostalgia non è mancanza. E' presenza di persone, luoghi, emozioni che tornano a farci visita. "

Felice di essere stata con voi, ragazze.
Grazie.



mercoledì 6 agosto 2014

Dietro quella porta rossa...



Quella porta, dipinta di vernice rossa, ha rappresentato per tanti anni la realizzazione di un sogno.
Dietro quella porta, la casa di Annie, c'era Eddie. Mi ricordo di essere stata così timorosa, quando proprio lì, cinque anni fa, cercavo di trovare il coraggio di premere il pulsante del campanello, mentre scorgevo dalla finestra il mio mito, il grande Eddie Spence, all'interno.
Per due anni sono venuta qui, davanti a questa porta. Per tanto tempo ho sognato di ritornanrci. Poi, qualche anno fa Annie, per motivi logistici, decise di cambiare sede e per altri due anni i corsi con Eddie si svolsero in un padiglione all'interno di un parco, non troppo lontano da quella porta rossa.
Quest'anno però torno alle origini. Dietro quella porta rossa ci sarà un altro sogno. Ci sarà il mio Eddie e un grande progetto, una grande sfida.
Come sempre non so esattamente cosa faremo. E' sempre una sorpresa con Eddie. Ma poiché lui è un grande Maestro non mi preoccupa sapere i dettagli: sono certa che mi stupirà come sempre. 

Quest'anno saremo un piccolo team di persone: Eddie e Tracy, Annie, Tony ed io.
L'idea è quella di realizzare in 4 giorni un flange cake: una torta con pannelli obliqui alla base e sul top ma i disegni li porterà Eddie quando arriverà.

Tony ed io arriviamo due giorni prima: lui da New York e io dall'Italia. Aiutiamo nella preparazione del corso, setacciamo montagne di zucchero al velo, prepariamo chili di ghiaccia poi  aiutiamo Annie a realizzare delle rose, sempre in ghiaccia, per una wedding cake che deve preparare...

Ed ecco che di pomeriggio squilla il campanello di casa, e quando apro la porta c'è Eddie che mi sorride ed è pronto ad abbracciarmi. Dietro di lui Tracy, la sua amatissima compagna, un'anima pura, dotata di una sensibilità rara. 

Anche Eddie appena arrivato si interessa a quello che stiamo facendo. Controlla che tutto sia a posto per il giorno successivo, quando cominceremo a lavorare al nostro progetto, e ci dà qualche indicazione.

Il tempo passa in fretta come sempre e il giorno dopo siamo tutti pronti.

Eddie ci consegna i disegni... io non riesco a visualizzare nella mia mente la torta finita... ma comincio subito a ritagliare e attaccare sulle tavole di legno i pezzi che dovremo realizzare a run-out. La torta sarà un parallelepipedo a base quadrata, con tre pannelli per lato più i pannelli obliqui...  quindi dovranno essere 36 pezzi che compongono la torta, più altri in più per precauzione ... "just in case..." :)
Decidiamo tutti insieme che questa volta lavoreremo con beccucci n.0 e n.00 e anche questo è un ulteriore difficoltà... ma tutti insieme vogliamo "osare"... del resto con Eddie che ci giuda siamo certi che non avremo difficoltà.

E si comincia...

A fine giornata Eddie è soddisfatto, contento del lavoro eseguito e pronto per ricominciare.
I pezzi sono tantissimi, i primi due giorni li passiamo tra run-out, filigrane realizzate con il beccuccio n. 00 e 0 e puntini...
"Dotty (così mi ha ribattezzato Annie) makes dotties!" è il tormentone che mi perseguita in quelle giornate :)

La torta che stiamo preparando su base di polistirolo è un progetto di Eddie. Ci racconta che la disegnò 45 anni fa per una competizione. Siamo così onorati e felici di poterla rifare e vederla rinascere!
Realizzare le filigrane  floreali con il beccuccio n.0 non è per niente facile ma ci riusciamo anche se non sono proprio perfette...
Poi, quando tutto è pronto, il quarto giorno cominciamo a montare la torta.


Eddie comincia ad attaccare tutti i pannelli insieme, pronti per essere posizionati sulla torta. Comincia dal top e attacca insieme i tre collars. Subito dopo attacca le parti interne che sorreggeranno i pannelli obliqui e quindi attacca questi ultimi.

Posizioniamo e attacchiamo i dummies sul vassoio, Tutto è ricoperto rigorosamente di ghiaccia.


Quando tutto è pronto ecco che Eddie comincia ad attaccare i pannelli laterali sulle pareti della torta.
E piano piano si compie la magia: tutto il nostro lavoro comincia a prendere forma... man mano che il lavoro cresce e rinasce sotto i nostri occhi anche noi, le persone che ci hanno lavorato per 3 giorni, rimaniamo senza fiato...




Purtroppo non ho foto bellissime. Avevo solo il cellulare con me... quando Annie mi manderà le foto della torta ne pubblicherò di migliori... per ora ho solo queste...


Cominciamo a rifinire la torta: running beads tutt'attorno, a turno ci scambiamo per cercare di finirla.

Eddie sembra ansioso di vederla completata e corre... va veloce...

Siamo incappati in incidenti di percorso. Più di una volta abbiamo rischiato l'infarto tutti quanti: un attrezzino caduto provoca la distruzione di tre pannelli già montati (per fortuna avevamo quelli di scorta e il danno è stato presto rimediato), puntini che si staccano... e doverli rifare quando la torta è già montata col rischio di distruggere tutto è uno stress che non auguro a nessuno.
Ci sono stati momenti dove siamo scappati via tutti dalla stanza dove Eddie stava assemblando la torta perché la tensione era altissima. Alle volte Eddie, in alcuni passaggi particolarmente delicati, preferiva lavorare senza noi intorno... 

Attaccati tutti i pannelli e il top, lo aiuto a completare le rifiniture. Le sue mani hanno i crampi, quindi tutti ci adoperiamo per aiutarlo.

Per ultimi attacchiamo il fiore centrale e i piccoli panneli che rifiniscono il top torta. 
Mentre attacchiamo il fiore si stacca un petalo... tutti rimaniamo con il fiato sospeso fino a che non siamo certi che sia posizionato in modo sicuro. 

La lasciamo asciugare un po' sotto le lampade prima di realizzare le ultime rifiniture. 

Ed eccola. E' terminata.



 Annie attacca i nastri che ricopriranno il bordo del vassoio.

Noi cerchiamo di fotografare il più possibile. Siamo rimasti tutti incantati davanti alla torta finita. E' davvero spettacolare. 
I progetti di Eddie sono sempre meravigliosi ma questo...beh... questo di più.

Eddie e Tracy a fine giornata ci salutano. Sventoliamo le braccia mentre se ne vanno in macchina. Io e Tony salutiamo Annie che ci ha ospitato e ci avviamo verso il Talbott Inn. Seduti a uno dei tavoli sorseggiamo un cocktail chiacchieriamo, ripercorrendo i giorni trascorsi insieme, stanchi ma soddisfatti.
Questa notte, l'ultima per me, la trascorrerò in questo albergo che nel frattempo ha cambiato gestione. 
Molte cose sono cambiate... saluto Eynsham, questo grazioso villaggio vicino a Oxford che mi ha ospiatata ancora questa volta con le sue casine di pietre, i fiori sul ciglio delle strade, i giardini sempre curatissimi e le case con i tetti fatti di legno.



Seduta alla fermata del bus che mi porterà a Oxford con la mia valigia al fianco ritorno con la mente a quella porta rossa. Mi sono voltata un'ultima volta prima di andarmene... e con un sorriso che ho visto solo io, ho salutato...


giovedì 22 maggio 2014

Una torta... un destino...

Cake International London Excel
10-11-12 Aprile 2014

Gold Medal and Frist Prize - Class C Celebration Cake

Per te, papà...


Come cominciare a descrivere quanto ho vissuto in questi ultimi giorni?
Come provare a rendere solo a parole una delle più incredibili esperienze mai vissute nella mia vita?
Non lo so... ma voglio provarci... DEVO provarci perché, forse, solo così riuscirò anche a credere di averla davvero vissuta.
Ma andiamo con ordine e facciamo un passo indietro nel tempo....
La storia di questa esperienza comincia qualche mese fa, quando in previsione del NEC a Birmingham cominciai a pensare a cosa proporre.
Mi ero iscritta alla competizione... e avevo già disegnato tutto il progetto.
La torta doveva essere una torta per l'Anniversario Rubino: i 40 anni di matrimonio. Avevo scelto questo tema perché la categoria in cui avrei partecipato era la Celebration Cake e volevo usare questo colore.
Il rubino  da un po' di tempo mi contraddistingue: fin da quando realizzai la prima torta tutta rossa, ormai un paio di anni fa, e che ho continuato ad usare fino ad ora...
In un primo tempo avevo pensato di farla ancora color rubino ma poi, nel corso del tempo, ho cambiato idea...
Questo colore per me rappresenta la passione, l'amore... un'emozione fortissima che ti colpisce al cuore... non è rosso... non è "solo" rosso... è di più...
Ma rappresenta anche il sangue, la sofferenza, il dolore... quel dolore sordo, devastante che senti nel petto... un dolore che subisci... che attraversi e che ti attraversa come una lama... senza farti respirare.
Ecco... io stavo vivendo tutto questo... contemporaneamente.
Sono stati anni difficili... ma questo ultimo... ancora di più.
Più si avvicinava la data della competizione più mi sentivo "male". Dovevo cominciare a lavorare sulla torta e non mi sentivo... non ce la facevo...  sentivo che  per tanti, troppi motivi non era il "mio tempo".
Decisi quindi che non avrei partecipato alla competizione ma sarei andata lo stesso come visitatrice/accompagnatrice insieme a Catia... ed è stata la scelta migliore che potessi fare.
Ho parlato di Catia e di quella esperienza in questo post.
Proprio appena prima di partire per Birmingham avevo deciso che, invece, avrei partecipato alla competizione di Aprile a Londra.
I mesi sono trascorsi veloci... nel frattempo avevo deciso di partecipare anche alla competizione di Squires Kitchen perché il tema proposto mi ispirava tantissimo, sebbene i tempi tra i due eventi fossero ristretti.
Mi hanno domandato, e mi sono domandata io stessa, se fosse giusto presentare a Londra un progetto studiato e pensato per un'altra occasione. Subito dal cuore mi è esploso un SI'. Perché questa torta era stata pensata in un momento terribile, perché è stato difficile progettarla, ed era giusto, invece, che potessi dare un "senso" a tutto quel  vissuto... Volevo che questo progetto fosse "investito" di qualcosa di bello così che io potessi chiudere alle mie spalle un periodo della mia vita. Chiudere quella porta e pensare a vivere  - o a conviverci - senza versare troppe lacrime...
Così, quando fu il momento di cominciare a lavorare ho preso i disegni già pronti e ho pensato che questa torta non poteva essere tutta color rubino. Doveva essere a base bianca.
Bianco è anche il colore del lutto. Bianca è la mia voglia di leggerezza.
Ho mantenuto il color rubino per il cammeo centrale, le roselline e la placchetta a forma di cuore dove avrei scritto "Happy Ruby Anniversary" - non mi piace scrivere sulle torte ma l'inscription di almeno 12 lettere era un obbligo per la categoria, pena la squalifica -.
E' stata una torta difficilissima... anche, ma non soltanto, per le tecniche che volevo utilizzare ma soprattutto per tutti i problemi incontrati in corso di lavorazione.
Non so quante volte ho rifatto le placche centrali... non ne volevano sapere di venire bene... e io continuavo a rifarle.
Per non parlare di quando ho cominciato il primo giro di extension work il filo di ghiaccia che avevo tirato tra uno spillo e l'altro continuava a spezzarsi... e io a rifare.
Avevo quasi terminato la torta quando... un movimento veloce e incauto del pennello mi ha fatto distruggere un terzo dei due giri di extension sospesi già fatti sulla torta.
In quel momento ho capito che, in qualche modo questo lavoro racchiudeva dentro di sé tutte le difficoltà patite durante quest'ultimo anno.
Ho lanciato un urlo quando ho visto il disastro... ma neppure per un attimo ho pensato di rinunciare.
Tra le altre cose anche le due placche del top non erano venute precise quindi ho guardato la torta e ho pensato a quello che un tempo mi disse Maureen, la mia Maureen, proprio quando stavo realizzando la torta tutta rubino : "BE BRAVE" che significa "sii coraggiosa". E pensando a lei ho voluto essere davvero coraggiosa: con un attrezzino ho staccato la placca sospesa del top, col rischio di rovinare tutta la torta, e mi sono costretta a studiarmi un modo per rendere il lavoro il più preciso possibile.

Ho risolto tutti i problemi che mi si sono presentati e quando l'ho terminata  ho capito che se voglio davvero una cosa riesco davvero ad ottenerla.

Nel frattempo avevo prenotato il viaggio e l'aereo.

Ma quando deve compiersi il destino ecco che tutti gli ingranaggi cominciano a muoversi... e nulla può la nostra volontà. E il destino aveva la sua strada da percorrere.

Arrivate in aereo abbiamo preso un taxi che ci ha portate in una zona di Londra che non conoscevo: il quartiere delle Docklands.

Scese dal taxi abbiamo suonato ad una porta di legno in una casa tutta di mattoni.

Ed ecco venirci incontro Rae.
E Rae ci apre la porta del suo appartamento.
Ecco.
Improvvisamente ci troviamo sospese tra terra e cielo...  L'acqua del Tamigi scorre davanti e sotto di noi e siamo in questo luogo che porta con sé ricordi di una vita passata, con i libri sulle pareti di mattoni, i suoi tappeti,  le piante, le sedie, le poltrone, gli specchi.
Siamo sul fiume, il Tamigi. La casa ha le sue fondamenta proprio sulle sue sponde... davanti a noi scorrono le barche che ancora trasportano merci perché questo  è un fiume che vive ancora.
In questa primavera, Londra ci si presenta in una veste dorata. Il balcone di Rae è tutto fiorito e il panorama è da mozzare il fiato.




Sia noi che Rae non riusciamo a capire come sia stato possibile finire qui... e alla fine comprendiamo che c'è solo una spiegazione: destino. It's destiny... tante volte Rae lo ha ripetuto e ce lo siamo ripetuto.
Subito aver scattato qualche foto alla casa decidiamo di andare a fare un giro e camminiamo lungo il fiume... I nostri occhi increduli di fronte a una Londra che ci si presenta dalle sponde del fiume: sulla sinistra i grattacieli di Canary Wharf risplendono d'oro al tramonto su un cielo grigio scuro. Dall'altro lato il sole ormai quasi nascosto sotto l'orizzonte su quella parte di Londra che conosco meglio ma di cui scorgo solo il profilo in lontananza. Camminiamo pensando a quanto incredibile sia questo posto... a quanto siamo fortunate...



Terminiamo la giornata in un pub a mangiare fish and chips.

Il giorno successivo devo portare la torta in fiera. Ci alziamo presto e Rae ci prepara la colazione nel tavolo di fronte a una delle grandi finestre sul Tamigi.
Nel frattempo ci guarda e comincia a elargire consigli su come massaggiare il viso per evitarci le rughe spalmandoci un olio che lei usa regolarmente. Lei ha una pelle fantastica.
Ci ripromettiamo di acquistarlo anche noi.


Finalmente il taxi ci porta davanti all'entrata dove sbrigo le pratiche di registrazione e, finalmente, poso la torta nel posto che mi è stato assegnato.

La giornata scorre tra i vari stand, uno sguardo ai giudici che stanno facendo il loro lavoro.
Incontriamo Eddie e Tracy: uno dei momenti più toccanti  è stato vedere lo sguardo di Tracy posarsi su di me e poi spostarsi su Gabriella. Perché sì... con me c'era proprio lei questa volta. Ad accompagnarmi, sopportarmi e supportarmi... Ma fino all'ultimo non sapeva se sarebbe venuta.
Destino.
Tracy l'abbraccia e la bacia e con lei Eddie. Tracy le dice che per lei è un grande piacere poterla rivedere, che non sapeva sarebbe venuta e le dice più volte "You made may day" che significa "Hai reso luminosa la mia giornata/Mi hai resa felice".
Io le guardo un po' in disparte. Sono così felice che possano essersi incontrate di nuovo. E so anche che tra loro esiste un legame speciale... un legame che viene dal cuore.

Lasciamo che Eddie e Tracy continuino il loro lavoro; Eddie deve giudicare le torte.

A fine giornata i giudici tolgono i nastri di protezione nell'area delle competizioni e le torte vengono esposte al pubblico.
Eddie in qualche modo tenta di proteggere la mia che è posizionata troppo vicina al bordo, spostandola verso l'interno del tavolo, consapevole che la decorazione a bridgeless extension work è delicatissima... ma purtroppo già a fine giornata alcuni fili sono spezzati.

Il giorno successivo decidiamo di andare a fare un giro per Londra. Al mattino, subito dopo la colazione Rae ci intrattiene ancora, ci consiglia quali parti della città visitare, ma lei, la Signora delle Docklands ha un debole speciale per la parte della città in cui vive e che ha cominciato a ricostruire per prima.
Perché Rae è Rae Hoffenberg. Una minuta signora di 86 anni ma con un'energia e una vitalità da far invidia a una trentenne.
Lo si percepisce incontrandola che è speciale.
Lei, proveniente dal Sudafrica si è spostata a Londra perché suo marito era malato. Arrivata nella capitale si è battuta per trasformare la zona delle Docklands, fino a qualche decennio fa una delle aree più povere della città, in una zona residenziale. E' stata una dei pionieri della trasformazione di quest'area.
Subito dopo di lei, compresa la potenzialità, numerosi si sono buttati in quest'impresa e ora questo quartiere è un luogo ancora sospeso tra passato e futuro che offre scorci panoramici inaspettati.

Rae è stata un'attrice e ora, sta scrivendo la sceneggiatura di un film.
Comincia a parlarci della sua filosofia di vita, dicendoci che nella sua vita ha capito che tutto è predeterminato. Che esiste un destino. Che noi siamo esseri unici, che non siamo noi a scegliere in quale famiglia nascere ma abbiamo dentro di noi una storia familiare che determina anche il nostro percorso di vita.
Mantre parla, io traduco e piano piano sentiamo come delle ondate calde che ci travolgono. Le parole di Rae toccano le corde più profonde dell'anima. E proprio come uno strumento queste corde suonano una melodia che l'accarezza, che lenisce le ferite e allo stesso tempo spalanca una finestra su un cielo finalmente azzurro.

Perché tutto è destino.



Questa seconda giornata ci porta a fare un giro a Londra, ma non facciamo a tempo ad arrivare davanti al Big Ben quando, proprio mentre stiamo per incamminarci per Buckingham Palace, arriva sul mio cellulare un messaggio di un'amica che anche lei partecipa alla competizione.
Mi scrive che i risultati sono già usciti e mi prega di andare a guardare anche per lei.

Subito decidiamo di tornare. Sento un brivido e un buco nello stomaco. La tensione e la paura salgono.
Tormento Gabriella per tutto il viaggio dicendole che ho paura. Lei mi guarda e mi compatisce perché lei, che sa sempre tutto :) , dice che non devo preoccuparmi.

Arrivo davanti al tavolo ma Gabriella mi precede. E proprio davanti alla mia torta c'è il cartellino con il mio nome (il mio cognome vero)... e la scritta "GOLD"...!!!
Mi allontano un attimo perché mi sembra che tutto cominci ad avere una dimensione surreale.
Mi siedo e qualche lacrima mi scorre sul viso.

Felice del risultato girovaghiamo per i tavoli per vedere le medaglie vinte nelle varie categorie.

Non aspettiamo la chiusura della manifestazione per andarcene. Andiamo via un po' prima. Dopo cena, mentre sfoglio le notizie di facebook mi appare una foto commentata proprio da Catia...

E un attimo vedere la mia torta, tutta rotta ormai,  fotografata con a fianco il cartellino con il premio e la coccarda blu a segnalare che ho vinto il primo premio di categoria!!!

Gabriella mi vede reagire... si spaventa e non capisce. Io le dico ripetutamente di guardare il mio cellulare. Dopo poco vede la foto e comincia a esultare...



Ancora non mi sembra vero...

Il mattino successivo Rae ci prepara ancora la colazione. Ci intrattiene ancora con le sue "pillole di saggezza" e noi, che vorremmo trascorrere un po'  più di tempo con lei, le chiediamo di venire a cena con noi la sera. Ci accordiamo che appena tornate dalla fiera usciremo insieme.

In fiera rincorro i giudici per avere da loro il feedback: sia i giudici che hanno giudicato il mio lavoro che i miei miti di sempre: Eddie Spence, il mio amatissimo Maestro  ma anche a Lesley Herbert, che ammiro moltissimo.










Ho vissuto un'altra forte emozione durante la premiazione quando ho sentito il mio nome e mi sono avvicinata per ritirare il premio e fare la foto...



Al termine della manifestazione rimetto la torta nella sua scatola. Mi volto verso la sala, ancora piena di stands... e saluto: non so se tornerò ancora... non sono tipo da competizioni io, le vivo con uno stress inaudito... Mai dire mai, certo... però per ora me ne starò tranquilla.
Ora so che mi approccio alle varie tecniche nel modo corretto. Ho capito anche che sono  proprio io  il "peggior giudice" di me stessa perché sebbene nessuno dei giudici veri mi abbia detto nulla sulle tecniche da me utilizzate io so bene, invece, dove devo ancora migliorare... :)

Arrivate a casa di Rae lei è già pronta.
Rae, tenendoci per mano, ci porta in un pub storico vecchio di 300 anni dove mangiamo un ottimo fish and chips.
Londra è ancora uno splendore al tramonto.

L'indomani mattina presto dobbiamo partire. Ci sarà una maratona quindi le strade verranno chiuse al traffico.

Il taxi ci aspetta in strada. Rae si è alzata presto per salutarci. Ci abbraccia e ci bacia.
Ci dice che siamo speciali. Ci accompagna in strada. Saliamo sul taxi e il guidatore è preoccupato perché teme che se dovessero chiudere le strade potremmo perdere l'aereo.
Ma io no... sono tranquilla. Il destino ci ha portate qui... in questo modo... Nulla potrebbe disturbare questa perfetta atmosfera.

Con la tristezza nel cuore corriamo nel cuore di Londra che, ancora addormentata, si rivela a noi.
Passiamo vicino al Tower Bridge e alla Tower of London.
L'ammiraglio Nelson ci guarda da lassù, quando attraversiamo Trafalgar Square.
Indico a Gabriella dove siamo... tutti i posti dove l'avrei portata se non fossimo dovute correre indietro a vedere i risultati della competizione due giorni prima...

Era destino che li vedesse...

In fiera ho conosciuto persone nuove: Louis NG un giovanissimo ragazzo che partecipava alla competizione con 4 torte, realizzate in pochi giorni e tutte e quattro sono state premiate addirittura con due medaglie d'oro. Katty... dolcissima... avrebbe dovuto partecipare al corso di Eddie l'anno scorso e per motivi vari non era potuta venire.
Abbiamo incontrato Sandy, la mia dolcissima Sandy...

Ho conosciuto Shaki: una persona bellissima che risplende come una gemma preziosa. E' stato un dono poterla incontrare di persona e parlarle. E ho capito che se pur questo mondo è davvero "brutto" ci sono persone, come Shaki, che vale la pena conoscere. Grazie Shaki <3 p="">
Shaki, che ha partecipato alla competizone con due diversi lavori nella sezione Floral Arrangement e Decorated Cookies vincendo due ori e il secondo posto in entrambe le categorie, doveva partecipare  anche nella classe Celebration Cakes. La sua torta purtroppo si è distrutta durante il viaggio. Shaki ci ha mostrato le foto... e sono certa che se lei avesse partecipato, le cose sarebbero andate diversamente per me...

Perché forse davvero esiste un destino.






















Una torta... un destino...



martedì 18 marzo 2014

Time flies away...

SQUIRES KITCHEN COMPETITION
14-15-16 MARZO - FARNHAM
GOLD and FIRST PRIZE

 

 
Tempo fa dicevo che c'è un tempo per ogni cosa...
 
Da moltissimo desideravo partecipare a una competizione. Beh... quel tempo è arrivato anche per me :)
 
Lasciate che vi prenda per mano e vi accompagni con me in questo viaggio che mi ha portato a Farnham, una cittadina non molto distante da Londra, sede di Squires Kitchen e dove si tiene annualmente la Squires Kitchen Exhibition.
 
Squires Kitchen, in qualche modo, rappresenta per me l'inizio di un percorso...
 
E' trascorso qualche anno ormai da quando cominciai ad interessarmi al mondo della sugarcraft e poi della ghiaccia reale.
 
Squires Kitchen è qualcosa a cui sono particolarmente legata: scrissi a loro per chiedere la traduzione del libro di Eddie e da lì partirono le traduzioni sul mio blog.
Successivamente andai alla manifestazione con Federica di Silovoglio...
 
Qualche mese fa ricevetti la rivista Cakes & Sugacraft dove si preannunciavano i temi delle competizioni per l'evento di quest'anno. Subito pensai che mi sarebbe tanto piaciuto partecipare  nella categoria delle torte di ghiaccia reale dove  l'ispirazione doveva essere: porcelain and ceramic designs.
Come non pensare ai servizi da tè inglesi?
Subito dopo però la mia mente si rivolse verso gli orologi...
Avevo fatto una torta orologio in precedenza e mi ero molto divertita nel realizzarla. E quindi... perché non pensare agli orologi di porcellana decorati?
 
Piano piano il progetto cominciava a formarsi. Cominciai a disegnare degli schizzi.
Volevo una torta esagonale a doppi pannelli...
Progettarne una che non fosse già stata pensata in precedenza non era facile. Soprattutto quando già Eddie Spence, il mio grande Maestro, ne aveva già realizzate alcune.
Ma non potevo presentarmi alla manifestazione e partecipare alla competizione con un design che richiamasse i suoi. La mia torta doveva essere UNICA.
 
Sono stata presa più volte dallo sconforto, ma piano piano il progetto andava avanti e, dopo averlo cambiato alcune volte, sono arrivata a quello definitivo.
 
I panelli con doppie filigrane: una in azzurro che volevo fosse leggera, distante dai pannelli a run out pieni che avevamo fatto l'estate scorsa al corso, e una filigrana bianca, floreale, senza punti di giuntura se non la cornice.
Così come il collar: tutto aperto, tenuto insieme solo dalla filigrana. Per sostenerlo meglio avrei utilizzato delle roselline in ghiaccia. La cornice esterna sarebbe stata decorata con la brush embroidery "in sospensione".
 
Tutto doveva essere molto leggero.
 
Nella mia mente c'era musica. Quindi l'idea di un orologio che ad ogni ora suonasse una melodia. I putti e gli angeli sia nelle aperture di tre degli ovali sui pannelli che sul quadrante dovevano suonare uno strumento. Nei rimanenti ovali avrei creato un decoro a brush embrodery che richiamasse i disegni delle porcellane.
Così come a brush embroidery dovevano essere i decori che contornavano la cornice del collar principale e  degli stessi ovali, a richiamare quella del contorno del collar e della base della torta.
 
Dopo aver disegnato tutto nel modo più preciso possibile, a due settimane dalla partenza, ho cominciato a lavorare.
 
Non so dire quanto tempo ho impiegato... so solo che è stato tanto tempo... tante ore al giorno.
Ho rifatto almeno tre volte il collar più grande e tanti pannelli in più...
 
Alla fine, quando ho montato la torta non mi sembrava vero di averla terminata. Dentro di me è stata una vittoria già quella: sapere di dover lavorare al meglio delle mie capacità in previsione della competizione è stata per me una vera sfida con me stessa.
Uno stress incredibile.
 
In pochissimi sapevano che avrei partecipato alla competizione perché io mi "vergogno" sempre.
 
In ultimo ho pensato al tempo,  a questo orologio e al tempo che passa così in fretta... quindi l'idea dell'ultimo tocco: un uccellino nell'atto di spiccare il volo... perché il tempo vola via...
 

 

 
 
Sono partita con mia figlia Serena, le avevo promesso che se fosse andata bene a scuola l'avrei portata con me... e così è stato.
 
Ho preso tutte le precauzioni nell'imballare la torta.
 
La mattina di venerdì 14 Marzo la posizionavo nella sala delle competizioni.
 
 
Non avevo aspettative... ho solo pensato che non avrei voluto fatto fare "brutta figura" ad Eddie.
 
Proprio lui è stato il primo che ho incontrato... Rivederlo è sempre il rinnovarsi di un amore... un sentimento che va al di là dell'ammirazione per il Maestro: lui è soprattutto un GRANDE UOMO. Con un cuore e una generosità straordinari.
 
Anche Serena se ne è innamorata subito. Vedere lui e Tracy tenersi sempre per mano e sentirli rivolgere l'uno all'altro con "my love" è qualcosa che mi colpisce sempre... e ha colpito anche il giovane cuore di Serena.
 
Il venerdì le torte in competizione venivano valutate. Il sabato mattina ci sarebbero stati i risultati.
 
Mentre ero in coda fuori dall'edificio improvvisamente mi è suonato il cellulare: era una gentile signorina di Squires Kitchen che mi comunicava che avevo vinto l'oro e il primo premio nella mia categoria!!!
 
Non so descrivere quello che ho provato... anche perché ancora adesso mi sembra impossibile sia capitato proprio a me...
 
Sono entrata con le lacrime che continuavano a scendermi dagli occhi.  Con Serena siamo andate a vedere nella sala... e proprio davanti a me c'era la mia torta con i due cartellini che segnalavano i premi...
 
Dopo aver salutato Eddie e Tracy tra lacrime, complimenti, baci e sorrisi ci siamo recate a Londra: Serena voleva assolutamente rivederla...
 
Il giorno successivo, domenica, sì è svolta la premiazione.
 
 
 
Appena prima avevo chiesto il feedback ai giudici. L'ho chiesto a Ceri DD Griffiths e a Linda Garnham che hanno giudicato la mia torta.
Poi l'ho chiesto anche a Eddie...
 
 
 
 

 
E' stata un'esperienza incredibile...
 
Prima di lasciare qualche immagine della torta è doveroso che io ricordi le persone senza le quali questo risultato non sarebbe stato possibile:
 
Il mio grande Eddie Spence MBE, il mio maestro, mio mentore, l'uomo che ammiro di più in questo campo. L'uomo che è mia fonte di ispirazione continua: da un punto di vista artistico ma anche e soprattutto umano.
 
La mia famiglia, le persone che amo di più al mondo: so che sono stata insopportabile...
 
Maureen: che mi ha seguita durante tutto il percorso con i suoi consigli di esperta e tutta la sua pazienza. Thank you.
 
Daniela... grazie.
 
Annie e Tony che mi sono stati accanto seppur lontani.
 
Gabriella: mia anima, sorella, madre, amica e... tanto altro. La persona che più ha creduto in me... nonostante me stessa.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

In ultimo vorrei ringraziare:
 
Roberta di Squires Kitchen: è stata un punto di riferimento in terra inglese e ci ha fatte sentire accolte e "vicine a casa". Grazie.
 
Robert e Beverly,  i padroni di casa  Squires Kitchen ma soprattutto due persone deliziose con cui abbiamo trascorso momenti indimenticabili.
 
Grazie. Thank you.
 

 

 

sabato 30 novembre 2013

La Speranza...


La speranza è un essere piumato che si posa sull'anima,
canta melodie senza parole e non finisce mai.
La brezza ne diffonde l’armonia,
e solo una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l’uccellino
che ha consolato tanti.
L’ho ascoltato nella terra più fredda
e sui più strani mari.
Eppure neanche nella necessità
ha chiesto mai una briciola – a me.


(Emily Dickinson)


Gabri, proprio qualche giorno fa qualcuno ti chiedeva il link al tuo blog (http://cometramedincanto.blogspot.it/). Cliccandoci sopra mi è apparso il post che aveva per titolo "La speranza". "La speranza è un essere piumato..." E' la poesia di Emily Dickinson che ho copiato anch'io qui sopra e che tu citavi in quel tuo ultimo post.

Ecco... io ti ho fatto la casetta... così durante l'inverno, la speranza, quell'essere piumato, avrà un posticino dove ripararsi... <3 p="">






domenica 24 novembre 2013

Sulle ali del tempo...

Torta per i 50 anni di Maurizio.





C'era una volta...
Sì, perché dietro ogni mio lavoro si cela una storia, una storia che io devo raccontare. Solo dopo riesco ad andare avanti, a dedicarmi ad altri progetti...
Quindi...

C'era...  tutt'ora c'è e spero ci sarà sempre, Roberta. 
La mia amicizia con lei è nata al tempo della scuola materna: la conobbi che Serena aveva 4 anni: lei, Roberta, era la sua insegnante. E' stata anche l'insegnante di Matteo... purtroppo non di Lorenzo.
Come sempre, quando incontro persone speciali, quando temo di perderle, quando ho paura che escano dalla mia vita, cerco di instaurare nuovi rapporti.
Con Roberta è nato tutto così. L'ho amata, apprezzata e ammirata come insegnante dei miei figli e avrei tanto voluto conoscerla di più. Ma spesse volte il fatto che fosse anche l'insegnante dei miei figli poteva creare situazioni "delicate". Con lei, ho voluto attendere che il nostro rapporto genitore-insegnate si esaurisse per proporle una vacanza tutti insieme al mare.
Roberta ha trascorso con noi qualche giorno, col tempo ha visto nascere Lorenzo e lo ha visto crescere... così come sta vedendo crescere Matteo e Serena.
Per lei feci anche un'altra torta, quella per il suo compleanno. Lei è una delle poche che ha ricevuto le mie torte, quelle vere, in regalo. L'unica che ne ha avute due.

Roberta rappresenta un punto fermo nella mia vita: ci sono persone che ti entrano dentro. Con lei capita che quasi non ci sentiamo per mesi: i miei impegni e i suoi non ci permettono di vederci spesso. Eppure, quando ci incontriamo, ci sembra di aver interrotto un discorso appena cominciato, quasi che ci si sia stata solo una piccola pausa, lo spazio necessario per un caffè... Invece, magari, di tempo ne è trascorso davvero tanto...  

Roberta si è sempre offerta di aiutarmi con i bambini, così un giorno, in occasione di uno dei miei viaggi per seguire i corsi di Eddie, le chiesi se se la sentiva di stare al mare con i miei bimbi da sola.
Lei accettò... mi disse che si divertì un mondo. E così, quando devo viaggiare e stare via qualche giorno durante la settimana, lo chiedo a lei. Ho sempre un po' di timore di approfittarmi troppo della sua disponibilità ma capisco invece che per lei è un piacere vero quando, al mio ritorno, mi ringrazia per averle fatto vivere questa esperienza con i miei figli. E questa è una cosa immensa.

Roberta è stata con i miei bambini anche in occasione del mio viaggio a Birmingham.

Un giorno mi dice che vorrebbe parlarmi: mi racconta che vorrebbe una torta speciale... e vorrebbe che la facessi io. Maurizio è il marito di Roberta e compirà 50 anni.
Mi chiede se posso fargli io la torta: vuole rendere diverso e importante il compleanno di Maurizio. La torta sarà il suo regalo e una sorpresa.
Accetto subito, ovviamente.
Roberta mi dice che Maurizio ama gli orologi, quindi vorrebbe che il tema della torta avesse a che fare con il tempo.



La mia mente, a quel punto, si è messa in moto. Ho cominciato a pensare, a progettare. Ho trovato immagini che mi ispirassero e finalmente, carta e matita alla mano, ho cominciato a disegnare.
Volevo una torta importante. Importante come lo sono Roberta e Maurizio. Perché se Roberta può stare con la mia famiglia è anche merito di Maurizio a cui tutti in famiglia vogliamo bene.
Ma volevo anche altro. 
Volevo dimostrare a Roberta, a Maurizio, che il tempo che mi dedicano dà i suoi frutti. Volevo dimostrare con il mio lavoro che imparo e cerco di migliorarmi sempre.

Ho attinto alle mie esperienze per progettare la torta. Ho voluto una torta a doppio collar e doppi pannelli laterali. La torta all'interno rotonda con un quadrante di un orologio come topper.

I colori li ho decisi subito: bianco, oro e blu. Quindi ho cominciato a progettare. Non è stato semplicissimo, mi ha richiesto diverso tempo... ma mi piace disegnare e risolvere i problemi che mi si pongono man mano.
Il tempo...
Era per me tempo che mi dedicassi ancora a una torta. E mentre la progettavo ho risentito fluire ancora quell'energia, quella passione che era rimasta sopita dentro di me ma che ora... dopo tutto questo tempo, ho sentito ancora avvolgermi, in un caldo abbraccio.
A quel punto il tempo non esisteva più. Non ho contato le ore, i giorni. Progettavo e realizzavo.
Prima i pannelli laterali bianchi e blu, poi quelli con le filigrane, Poi il collar superiore bianco e blu e quindi quello sopra che sarebbe stato bianco e oro. 
Ed infine il quadrante dell'orologio. Tutto, rigorosamente in ghiaccia reale.



Ho cucinato la torta al cioccolato,  (la torta Manuela di Marisa C che avevo già usato come base per la torta della Cresima di Lorenzo) e l'ho tagliata in tre strati che ho farcito con ganache al cioccolato aromatizzata al rum -come mi ha suggerito la mia "g"- : una goduria.
Poi l'ho rivestita di marzapane e pasta di zucchero. 
Quindi ho posizionato il quadrante, costruito intorno la cassa esagonale dell'orologio, ovvero la struttura che avevo realizzato completamente in ghiaccia, e i due collars.

Mi sono resa conto che per disegnare questi progetti bisognerebbe avere un programma al computer. La precisione è fondamentale, infatti qualche inesattezza, seppur avessi prestato particolare attenzione, c'è stata. 
Per fortuna ai corsi con Eddie abbiamo anche imparato a risolvere i problemi che potrebbero porsi e... beh... diciamo che quelle imprecisioni le ho viste solo io... :)



Ho volato sulle ali del tempo... con l'orologio che scandiva le ore... Ho dipinto i particolari con l'oro in polvere diluito in alcool alimentare. Ho guardato crescere il mio progetto.
Ho amato creare il quadrante rotondo dell'orologio, passargli il colorante in polvere marrone per conferirgli quell'effetto "anticato", creare i numeri romani e le lancette.Ho osato con il nero e l'ho fatto realizzandole direttamente sul quadrante. 

Durante tutto il tempo ho pensato a quanto mi stessi divertendo, cosa che non mi accadeva da moltissimo. Ho imparato ancora tantissime cose... 
Questa è una torta che mi ha fatto crescere... in tutti i sensi.

Ho lasciato alle mie spalle un periodo buio, ho salutato il mio papà che spero sia felice in cielo... e mi ci è voluto un po' di tempo per farlo. Ho avuto il tempo per il lutto.
Ora è tempo di rinascere... e quest'orologio creato per Maurizio e Roberta è stato anche un po' il mio orologio.
Le lancette segnano la mezzanotte passata solo di qualche minuto: si può festeggiare, si possono inviare gli auguri (perché farli prima non va bene...)...
Maurizio, Auguri!!!



Ed è un giorno nuovo anche per me. Un giorno brillante come l'oro di questo orologio.
Colorato di un azzurro intensissimo... quasi blu.
E decorato, ricco di nuove esperienze... di persone nuove... 
E poi... chissà...

Roberta ha ritirato la torta, si è commossa. Maurizio, ho saputo poi, è rimasto incantato. Nessuno voleva tagliare la torta... Ma le torte sono e rimangono torte. E vanno consumate... anzi! Oggi telefonerò per sapere se era anche buona :)

C'è un tempo per ogni cosa...  ora questo tempo è anche un po' mio...

A presto,