sabato 30 novembre 2013

La Speranza...


La speranza è un essere piumato che si posa sull'anima,
canta melodie senza parole e non finisce mai.
La brezza ne diffonde l’armonia,
e solo una tempesta violentissima
potrebbe sconcertare l’uccellino
che ha consolato tanti.
L’ho ascoltato nella terra più fredda
e sui più strani mari.
Eppure neanche nella necessità
ha chiesto mai una briciola – a me.


(Emily Dickinson)


Gabri, proprio qualche giorno fa qualcuno ti chiedeva il link al tuo blog (http://cometramedincanto.blogspot.it/). Cliccandoci sopra mi è apparso il post che aveva per titolo "La speranza". "La speranza è un essere piumato..." E' la poesia di Emily Dickinson che ho copiato anch'io qui sopra e che tu citavi in quel tuo ultimo post.

Ecco... io ti ho fatto la casetta... così durante l'inverno, la speranza, quell'essere piumato, avrà un posticino dove ripararsi... <3 p="">






domenica 24 novembre 2013

Sulle ali del tempo...

Torta per i 50 anni di Maurizio.





C'era una volta...
Sì, perché dietro ogni mio lavoro si cela una storia, una storia che io devo raccontare. Solo dopo riesco ad andare avanti, a dedicarmi ad altri progetti...
Quindi...

C'era...  tutt'ora c'è e spero ci sarà sempre, Roberta. 
La mia amicizia con lei è nata al tempo della scuola materna: la conobbi che Serena aveva 4 anni: lei, Roberta, era la sua insegnante. E' stata anche l'insegnante di Matteo... purtroppo non di Lorenzo.
Come sempre, quando incontro persone speciali, quando temo di perderle, quando ho paura che escano dalla mia vita, cerco di instaurare nuovi rapporti.
Con Roberta è nato tutto così. L'ho amata, apprezzata e ammirata come insegnante dei miei figli e avrei tanto voluto conoscerla di più. Ma spesse volte il fatto che fosse anche l'insegnante dei miei figli poteva creare situazioni "delicate". Con lei, ho voluto attendere che il nostro rapporto genitore-insegnate si esaurisse per proporle una vacanza tutti insieme al mare.
Roberta ha trascorso con noi qualche giorno, col tempo ha visto nascere Lorenzo e lo ha visto crescere... così come sta vedendo crescere Matteo e Serena.
Per lei feci anche un'altra torta, quella per il suo compleanno. Lei è una delle poche che ha ricevuto le mie torte, quelle vere, in regalo. L'unica che ne ha avute due.

Roberta rappresenta un punto fermo nella mia vita: ci sono persone che ti entrano dentro. Con lei capita che quasi non ci sentiamo per mesi: i miei impegni e i suoi non ci permettono di vederci spesso. Eppure, quando ci incontriamo, ci sembra di aver interrotto un discorso appena cominciato, quasi che ci si sia stata solo una piccola pausa, lo spazio necessario per un caffè... Invece, magari, di tempo ne è trascorso davvero tanto...  

Roberta si è sempre offerta di aiutarmi con i bambini, così un giorno, in occasione di uno dei miei viaggi per seguire i corsi di Eddie, le chiesi se se la sentiva di stare al mare con i miei bimbi da sola.
Lei accettò... mi disse che si divertì un mondo. E così, quando devo viaggiare e stare via qualche giorno durante la settimana, lo chiedo a lei. Ho sempre un po' di timore di approfittarmi troppo della sua disponibilità ma capisco invece che per lei è un piacere vero quando, al mio ritorno, mi ringrazia per averle fatto vivere questa esperienza con i miei figli. E questa è una cosa immensa.

Roberta è stata con i miei bambini anche in occasione del mio viaggio a Birmingham.

Un giorno mi dice che vorrebbe parlarmi: mi racconta che vorrebbe una torta speciale... e vorrebbe che la facessi io. Maurizio è il marito di Roberta e compirà 50 anni.
Mi chiede se posso fargli io la torta: vuole rendere diverso e importante il compleanno di Maurizio. La torta sarà il suo regalo e una sorpresa.
Accetto subito, ovviamente.
Roberta mi dice che Maurizio ama gli orologi, quindi vorrebbe che il tema della torta avesse a che fare con il tempo.



La mia mente, a quel punto, si è messa in moto. Ho cominciato a pensare, a progettare. Ho trovato immagini che mi ispirassero e finalmente, carta e matita alla mano, ho cominciato a disegnare.
Volevo una torta importante. Importante come lo sono Roberta e Maurizio. Perché se Roberta può stare con la mia famiglia è anche merito di Maurizio a cui tutti in famiglia vogliamo bene.
Ma volevo anche altro. 
Volevo dimostrare a Roberta, a Maurizio, che il tempo che mi dedicano dà i suoi frutti. Volevo dimostrare con il mio lavoro che imparo e cerco di migliorarmi sempre.

Ho attinto alle mie esperienze per progettare la torta. Ho voluto una torta a doppio collar e doppi pannelli laterali. La torta all'interno rotonda con un quadrante di un orologio come topper.

I colori li ho decisi subito: bianco, oro e blu. Quindi ho cominciato a progettare. Non è stato semplicissimo, mi ha richiesto diverso tempo... ma mi piace disegnare e risolvere i problemi che mi si pongono man mano.
Il tempo...
Era per me tempo che mi dedicassi ancora a una torta. E mentre la progettavo ho risentito fluire ancora quell'energia, quella passione che era rimasta sopita dentro di me ma che ora... dopo tutto questo tempo, ho sentito ancora avvolgermi, in un caldo abbraccio.
A quel punto il tempo non esisteva più. Non ho contato le ore, i giorni. Progettavo e realizzavo.
Prima i pannelli laterali bianchi e blu, poi quelli con le filigrane, Poi il collar superiore bianco e blu e quindi quello sopra che sarebbe stato bianco e oro. 
Ed infine il quadrante dell'orologio. Tutto, rigorosamente in ghiaccia reale.



Ho cucinato la torta al cioccolato,  (la torta Manuela di Marisa C che avevo già usato come base per la torta della Cresima di Lorenzo) e l'ho tagliata in tre strati che ho farcito con ganache al cioccolato aromatizzata al rum -come mi ha suggerito la mia "g"- : una goduria.
Poi l'ho rivestita di marzapane e pasta di zucchero. 
Quindi ho posizionato il quadrante, costruito intorno la cassa esagonale dell'orologio, ovvero la struttura che avevo realizzato completamente in ghiaccia, e i due collars.

Mi sono resa conto che per disegnare questi progetti bisognerebbe avere un programma al computer. La precisione è fondamentale, infatti qualche inesattezza, seppur avessi prestato particolare attenzione, c'è stata. 
Per fortuna ai corsi con Eddie abbiamo anche imparato a risolvere i problemi che potrebbero porsi e... beh... diciamo che quelle imprecisioni le ho viste solo io... :)



Ho volato sulle ali del tempo... con l'orologio che scandiva le ore... Ho dipinto i particolari con l'oro in polvere diluito in alcool alimentare. Ho guardato crescere il mio progetto.
Ho amato creare il quadrante rotondo dell'orologio, passargli il colorante in polvere marrone per conferirgli quell'effetto "anticato", creare i numeri romani e le lancette.Ho osato con il nero e l'ho fatto realizzandole direttamente sul quadrante. 

Durante tutto il tempo ho pensato a quanto mi stessi divertendo, cosa che non mi accadeva da moltissimo. Ho imparato ancora tantissime cose... 
Questa è una torta che mi ha fatto crescere... in tutti i sensi.

Ho lasciato alle mie spalle un periodo buio, ho salutato il mio papà che spero sia felice in cielo... e mi ci è voluto un po' di tempo per farlo. Ho avuto il tempo per il lutto.
Ora è tempo di rinascere... e quest'orologio creato per Maurizio e Roberta è stato anche un po' il mio orologio.
Le lancette segnano la mezzanotte passata solo di qualche minuto: si può festeggiare, si possono inviare gli auguri (perché farli prima non va bene...)...
Maurizio, Auguri!!!



Ed è un giorno nuovo anche per me. Un giorno brillante come l'oro di questo orologio.
Colorato di un azzurro intensissimo... quasi blu.
E decorato, ricco di nuove esperienze... di persone nuove... 
E poi... chissà...

Roberta ha ritirato la torta, si è commossa. Maurizio, ho saputo poi, è rimasto incantato. Nessuno voleva tagliare la torta... Ma le torte sono e rimangono torte. E vanno consumate... anzi! Oggi telefonerò per sapere se era anche buona :)

C'è un tempo per ogni cosa...  ora questo tempo è anche un po' mio...

A presto,



mercoledì 13 novembre 2013

... Dove eravamo rimasti... ?

                         Il mio NEC - Birmingham, 8-9-10 novembre 2013 






Volo nel blu. In quello spazio di cielo tra nubi e immensità. Sopra di me l'azzurro, ma un azzurro così intenso che diventa quasi indaco.
Seduta sull'aereo, dal finestrino mi affaccio sul mondo. 
E' proprio in momenti come questo che mi sento parte dell'Uno. 
E' una sensazione difficile da spiegare a parole: avverto la grandiosità dell'Universo e sento di farne parte. 
Mentre volo da Milano a Birmingham, con scalo a Francoforte, chiudo gli occhi e ripenso a com'è nato questo viaggio.
Ripenso alla mia vita di questi ultimi mesi. Al dolore passato ma ancora presente. Alla mia famiglia, alla persone a me vicine. 
Questo viaggio era nato perché avrei voluto partecipare alla competizione, avrei dovuto avere una torta da presentare. E' da tanti anni che ho questo desiderio ma sebbene io stessa mi definisca "il peggior giudice di me stessa", mi piacerebbe capire dai giudici, quelli veri, se il mio lavoro è buono davvero e come posso ancora migliorare.
Con la mente torno a casa, sfoglio la cartella dove ho riposto tutto il progetto. Era tutto pronto, eppure, al momento di mettermi al lavoro, sentivo che mi mancava qualcosa... Non riuscivo a lavorare.
In ogni cosa che faccio devo mettere il cuore, la devo "sentire".
Non è, per me, una semplice "esecuzione", un puro esercizio di abilità: c'è un'emozione, un'energia che fluisce e che si trasfonde. Forse proprio per questo, alla fine di un lavoro, mi sento come... svuotata. 

La decisione di lasciar perdere non è stata facile ma è stata presa in assoluta serenità.
C'è un tempo per ogni cosa. Questo non era il mio tempo.
Birmingham, quest'anno, mi vedrà in veste di visitatore e mi sarà comunque utile. In un certo qual modo la competizione la vivrò ugualmente perché questo viaggio è nato insieme a Catia. Catia porterà una sua creazione e con lei condividerò questi momenti.

L'appuntamento con lei è in hotel. Viaggiamo separate. Sono in apprensione perché, insicura come sono, ho sempre paura e temo di perdermi negli aeroporti sconosciuti. Invece tutto fila perfettamente liscio. Arrivo in albergo che dista pochissimo dall'aeroporto e quindi anche dall'area della fiera.

Catia arriva verso sera, è "demolita" dalla stanchezza, come ripete sempre, ma sempre bella e sorridente.
Ceniamo al ristorante indiano dell'albergo e ci ritiriamo prestissimo.

Sorrido al rosso e rosa dell'alba: sarà una bella giornata. Catia ha già tutto pronto e il taxi ci porta velocemente verso la fiera.
Sui tavoli, i partecipanti alle competizioni sono impegnati a preparare o montare i loro lavori. 
Anche Catia, con un po' di apprensione inserisce il fiore e il bocciolo che deve scendere dal suo quadro. Poi ci avviamo a posizionarlo sul tavolo della competizione.
Catia ha passato un periodo frenetico: ha avuto solo qualche giorno per realizzare e terminare il suo lavoro e oltretutto l'umidità ha staccato alcune parti del suo quadro e in alcuni punti ha dovuto ripararlo. 
Ne parliamo e siamo entrambe dispiaciute ma Catia mi dice serenamente che "così è la vita". Bisogna accettarla come viene, senza disperarsi per queste "piccole" cose. 
La guardo e la fotografo mentre posiziona i pezzi. Mi piace molto fotografarle le mani mentre lavora.



Alla fine mi allontano dal tavolo e guardo la sua creazione. 
Quel colore rosso che tanto mi piace contrasta benissimo con il bianco del disegno intagliato nella wafer paper: un vaso di fiori. Un fiore e un bocciolo si protendono verso l'esterno dal centro del quadro, 
Ma del vaso è rimasta la sola figura intagliata: è andato in pezzi. Anche i fiori contenuti in esso sono caduti alla base della cornice: giacciono bianchi e inerti, accanto ai cocci che escono dalla cornice e si spargono anche sul tavolo. Della composizione rimane solo la sagoma, come se il tempo avesse stampato l'immagine sul quadro e ce la restituisse. I fiori che ancora si sporgono sono il filo conduttore tra presente e passato.



E' solo la mia opinione ma questa composizione è intrisa di poesia appena velata di tristezza... 
I contrasti sono forti: i colori in primis ma anche tra la wafer paper -sottilissima -usata per intagliare il disegno e lo spessore dei fiori volutamente più marcato.

Mentre Catia sistema gli ultimi dettagli vedo Mary (Mary Torte) che con la sua torta partecipa alla competizione nella categoria internazionale e conosco i tre ragazzi de "La Belle Aurore" che competono anche loro nella stessa categoria di Mary. La loro torta che rappresenta la "Venere che esce dalle acque"di Botticelli ha una tecnica assolutamente innovativa e particolare.

Quando Catia finisce ci dividiamo. Ognuna di noi due ha cose da fare. Io visito con calma gli stands (dove ovviamente compero qualcosa) e poi tutta la fiera.
L'area delle competizioni viene chiusa al pubblico con dei nastri in modo da permettere ai giudici di procedere nel loro lavoro.
Mentre cerco di decidere cosa fare vedo una signora bionda in giacca bianca: è un giudice. Subito l'occhio mi cade sul nome stampato in blu: Lesley Herbert. 
Non posso fare a meno di avvicinarla e parlarle. Le dico farfugliando che l'ammiro moltissimo e che sebbene non lo sappia mi ha insegnato moltissime cose, apprese attraverso i suoi magnifici libri. 

Incontro Eddie che è sulla sedia a rotelle. Tracy lo spinge amorevolmente. Recentemente si è fratturato un piede e la sedia a rotelle è solo una "tentativo" per non farlo stancare e permettergli una più veloce guarigione. Mi saluta con il trasporto e il calore di sempre... Mentre lo stringo forte a me, avverto lo stesso sentimento di ammirazione per i grande artista che è ma anche di amore che provo per questo piccolo uomo così grande anche nell'anima.

Girovagando vedo creazioni spettacolari. Mi colpiscono soprattutto i fiori: io sono totalmente incapace a realizzarne e guardo con incredulità queste composizioni: sembrano fiori reali. Qualcuno ha realizzato anche i fiori dell'aglio: sferiche composizioni di fiorellini minuscoli.



Vado a curiosare nella categoria delle Wedding Cakes: le torte in competizione sono oltre 200. Tra di esse spicca quella di Kristina, che ho salutato velocemente mentre con grande apprensione si apprestava a sistemarla: sul suo risultato io non ho dubbi...

Osservo con interesse la categoria nella quale avrei voluto partecipare e cerco di indovinare, secondo il mio metro di giudizio, quale di queste torte potrebbe guadagnare l'oro.

Incontro molte persone che fino a quel momento sono solo fotografie: Annelies van Tessel, che mi riconosce subito anche lei. Riconosco i grandi nomi di questo mondo. Christine Flinn mi tocca la spalla proprio mentre sto fotografando la sua ultima torta e saluto Janet Berry, spumeggiante come sempre. 
Conosco Kathleen Lange,  famosa Royal Icer americana, un vero piacere incontrarla di persona.

La sera ceno in albergo da sola. Catia è dovuta andare via. Mi siedo al tavolo e penso alle sensazioni di questa giornata: mi sento serena. 

L'indomani mi sveglio ancora all'alba: prenderò un altro treno e andrò a trovare: Maureen, la mia dolcissima amica inglese. Lei è la persona che in tutti questi anni mi ha sempre incoraggiata, supportata e sopportata: una persona dalla pazienza infinita :)
Maureen è una deliziosa piccola grande donna. Per certi aspetti trovo che sia molto simile ad Eddie. Piccola ma con un cuore grande. Mi accoglie nella sua casa. Mi parla, mentre mi mostra qualche suo lavoro. Conosco suo marito e i suoi figli. Parliamo di noi, ma anche di ghiaccia reale. Maureen è quella che io definisco una "undiscovered master": una maestra -purtroppo- sconosciuta. Ha partecipato a innumerevoli competizioni e ha vinto diverse volte il Best in Show. La guardo cucinare e sorridere. Non sta ferma un attimo.
Ho voluto fortemente conoscerla questa volta e sarei andata a trovarla anche se avessi partecipato alla competizione.
Nella vita ho imparato a cogliere le occasioni al volo, appena ne ho la possibilità e questa era una di quelle. Incontrarla è stato un regalo grande, come lo è la consapevolezza di averla comunque vicina, nella mia vita, anche se distante fisicamente da me.
Non ho foto con Maureen: abbiamo parlato tanto che mi sono scordata di scattarne, quindi le immagini di noi due insieme sono racchiuse nei miei ricordi soltanto, per ora. Al termine della giornata lei mi riporta in stazione. 
La saluto abbracciandola. I fuochi d'artificio esplodono e illuminano il cielo: questa notte si festeggia la Bonfire Night. Mi stringo nel cappotto mentre aspetto sul binario: la temperatura esterna si è abbassata notevolmente ma nel mio cuore sento solo luce e calore...
Arrivo tardi la sera in albergo. Durante il viaggio invio un messaggio a Catia e le chiedo notizie della competizione: mi risponde che è stata premiata con un "Certificate of Merit"! Quando arrivo in albergo lei sta già dormendo ma si è ricordata ugualmente di me: trovo un panino e una bottiglietta d'acqua ad aspettarmi in camera... <3 p="">

Il giorno successivo è il grande giorno: l'ultimo.
Vengono pubblicate le graduatorie e ci sarà la premiazione.
La sorpresa è che tutte, TUTTE le italiane partecipanti alla competizione sono state premiate! Mary ha vinto l'oro e il secondo posto, La belle Aurore l'argento, Karla Chumpitaz, che ho conosciuto proprio qui, guadagna l'oro e il primo posto nella sua categoria, Kristina, nella categoria Wedding, vince l'oro anche lei, Marina Petrini due bronzi nella categoria fiori...!
Le guardo felici. Mi congratulo con tutte, cerco di sottrarmi, quando mi propongono foto insieme perché e giusto che i riflettori siano puntati solo sulle vincitrici.

La giornata scorre tra sorrisi e stanchezza. 
La sera torniamo in albergo. Purtroppo non ho avuto la possibilità di salutare Eddie.Ho inviato un messaggio a Tracy che mi risponde dicendomi che è dovuta scappare perché Eddie era molto stanco.

La valigia è pronta. Il ristorante dell'albergo chiuso.
Con Catia ci guardiamo: nessuna delle due ha voglia di uscire fuori a cena. 
Chiediamo al signore dell'hotel se può prepararci qualche toast, in modo da cenare in qualche modo e gentilmente ce ne porta alcuni su un piatto insieme a burro e marmellata.
Chiacchieriamo e facciamo il bilancio di questa esperienza. Catia è stanca ma felice. Io anche: per me e per lei.

Vivere insieme questi giorni ha rinfrancato la nostra amicizia. Le nostre giornate sono state sempre piene di sorrisi. Ci stringiamo forte prima che io torni nella mia camera: l'indomani partirò senza vederla. Ci ripromettiamo di incontrarci presto e di sentirci. Lei è una di quelle persone che ti fanno sperare  davvero che sia anche possibile essere amiche in questo brutto ambiente. Catia è limpida, è acqua fresca.
E quando sorride è luce pura.

Birmingham si risveglia tutta grigia il giorno della partenza. Una pioggerellina fine e fastidiosa mi bagna tutta nel breve tratto che mi separa dal taxi all'aeroporto.
All'interno trovo quasi tutte le italiane che stanno tornando a casa anche loro, soddisfatte e felici.

In aeroporto ritrovo anche Kristina e Kathleen. Ho solo il tempo di scambiare qualche parola con loro che subito mi avvio verso l'aereo che mi riporterà a casa.

E in breve mi ritrovo ancora lassù, circondata d'azzurro. Questa volta non sono seduta accanto al finestrino e me ne dispiaccio. Sono come una bimba, voglio guardare fuori.
Ripenso a queste giornate. Ogni singolo giorno ho ringraziato. Ho ringraziato per il sole che risplendeva al mattino, per i colori che vedevo. Per avere avuto la fortuna di poter vivere questa esperienza. Ho ringraziato perché ci sono stati momenti in cui mi sono sentita felice, senza un motivo apparente. 
Mi sono sentita ancora una volta un tutt'uno con l'universo intero. 
Improvvisamente l'aereo vira, l'ala si inclina verso l'alto. La signora accanto a me guarda fuori dal finestrino lo spettacolo del mondo, laggiù. E improvvisamente un raggio di sole si intrufola in cabina tra il suo corpo e il finestrino: mentre chiudo gli occhi mi colpisce sul viso, e sento come una calda carezza sulla guancia...

Sento di aver ripreso una parte della mia vita, quella vita che in un certo modo avevo abbandonato qualche mese fa. La vita scorre. Bisogna viverla. Viverla al presente. 
Riprendo quel bandolo, come se qualcuno volando in cielo lo avesse lasciato lì per me, in attesa che me lo riprendessi. Atterrando a Francoforte le nubi grigie del cielo vengono trafitte dai raggi del sole e creano un meraviglioso effetto di luce.
Ci sono pietre chiamate pietre angolari: sono quelle pietre che sorreggono tutte le costruzioni e nella vita  le chiavi di volta dell'esistenza intera. Nella mia c'è la mia famiglia, mio marito e i miei bambini con i loro sorrisi. 
Ma io sono anche molto fortunata: ho la mia "g". La certezza di avere questo affetto mi ha sempre accompagnata, anche in questo viaggio. Non era presente ma è stato come se lo fosse. 
Perché anche in lontananza, quando ci si vuol bene, si è sempre vicini.
Sempre.




sabato 18 maggio 2013

La torta per la Cresima di Lorenzo :)



Il tempo scorre. A volte lento, altre volte più veloce.
Ed è tempo di pensare che la vita continua, è tempo di rinchiudere il dolore in quello spazio preciso dentro il nostro cuore e ricominciare a sorridere.
I miei bambini sono un grande aiuto, rendono il mio cuore più leggero. Sono l'anima, la gioia, la vita della mia casa e guardando loro ritrovo la voglia di sorridere e di ridere.

E' arrivato anche il tempo, quindi, di pensare all'ultimo dei miei figli, Lorenzo, il piccolo di casa, che domenica riceverà i Sacramenti della Comunione e Cresima in un'unica cerimonia.
Ovviamente la torta è appannaggio mio... :)

Il primo punto da affrontare è stata la base: Lorenzo voleva una torta al cioccolato, ma quale base scegliere? Alla Cresima di Matteo avevo optato per una mud cake, buonissima ma un po' pesante soprattutto dopo un pranzo di cerimonia. Questa volta volevo una base umida, che non richiedesse la bagna, ma un po' più leggera.
Ho chiesto consigli a diverse persone ma ho voluto provare la torta Manuela, consigliatami dalla mia "g" che si lamenta sempre che non le do mai ascolto :)
Per capire se sarebbe piaciuta ho fatto una prova, o meglio, ne ho fatta preparare una da mia figlia Serena che, da qualche tempo, si diverte a pasticciare in cucina... con ottimi risultati devo dire!
La torta che ne è risultata è umida, abbastanza densa ma non stucchevole. E, cosa non da poco, semplicissima e veloce da preparare.
Alla prova assaggio Lorenzo ha molto apprezzato (e non solo lui...) quindi la scelta è stata quasi obbligata.
Gabriella, come sempre, aveva ragione.
Grazie mrn! Come farei senza di te...

Parlando di decorazione ho avuto qualche problema a stabilire il progetto. 
Avevo abbastanza chiaro in mente cosa avrei voluto rappresentare, molto meno i soggetti da scegliere.
E poi avevo da decidere tutta la decorazione della torta.

Un aiuto inaspettato mi è venuto da una mia cara amica, Daniela, architetto, che già in passato mi aveva aiutata a disegnare con Autocad un collar. Diverso tempo fa le avevo inviato la fotografia di un collar ovale di Eddie (Spence) e le avevo chiesto se poteva disegnarlo per me.
Proprio qualche giorno prima di iniziare la preparazione della torta, ecco che Daniela mi invia il disegno del collar... E mi ha risolto la situazione.

Il collar era un ovale con le lunette e filigrane. Una meraviglia. Me ne ero innamorata appena visto e avevo chiesto a Eddie se poteva regalarmi il disegno. Purtroppo, nelle mille cose da fare quando si è con lui, se ne scordano parecchie... e quel disegno del collar è rimasto nel cassetto di Eddie..

Avere Daniela, per me, è una grande risorsa. Quando sono in difficoltà le chiedo aiuto e lei, nonostante i mille impegni, trova il modo di aiutarmi. 
Daniela, grazie... grazie mille volte.

La realizzazione dei due collars è stata impegnativa, prima di tutto per le dimensioni: quello più grande, ovale, da punta a punta, misurava 35 centimetri. Enorme.
Insieme al collar con le lunette ne ho preparato un altro, il secondo ovale semplice, che avrei posizionato sopra il primo e l'ho decorato con i motivi floreali che avrei riportato su tutta la torta.

Ho realizzato la placca a run out per il top della torta. e realizzato i tre puttini in festa che sorreggono le ghirande di fiori adattando un disegno che sempre Eddie mi aveva donato molto tempo fa.

Preparate le basi, farcite di ganache al cioccolato (non tutto fondente perché a Lorenzo non piace) ho ricoperto la torta di marzapane, quindi di pasta di zucchero.
Ho realizzato la decorazione laterale, sul top della torta e sul vassoio. Il tutto mi ha impiegato un paio d'ore.

Ho posizionato l'ovale centrale e i due collars. Ho temuto che quello più grande si spezzasse, date le sue dimensioni ma tutto, sorprendentemente, è andato bene.
In ogni caso avevo pronto un altro collar (ne avevo realizzati due... non si sa mai...).

Una volta realizzata la decorazione sul bordo del vassoio la torta era finita.

Lorenzo, vista la torta finita ha esclamato:"Mamma! Ma ti rendi conto che ti sei superata???!!" e mi ha aperto il cuore...
 
Come sempre lascio a voi giudicare il risultato. Personalmente non sono soddisfatta, ho incontrato diversi problemi legati proprio alla forma ovale della torta, ma sono consapevole che è di grande impatto visivo: il disegno del collar è magnifico.







Questa torta è la dimostrazione che proprio questo tipo di decorazioni si possono adattare anche alle nostre torte, italianissime: avere la possibilità di prepararle prima è un grande aiuto.

...della serie: non faccio solo torte di polistirolo... :)))

A presto,

martedì 9 aprile 2013

8 aprile 2013




Fa freddo oggi.
Sul vetro della macchina si posano gocce di pioggia gelata.
Guido piano. Questa pioggia che sembra quasi neve si unisce alle mie lacrime.

Sto tornando da te. A salutarti per l'ultima volta.
Una telefonata ha spezzato la mia giornata in due. Era un giorno quasi normale, scandito dalla routine che mi avrebbe portata da te, come ogni giorno ormai da qualche settimana.
Ora è un giorno diverso.
Le luci di questa camera sono tutte accese quasi ad illuminare una vita, la tua, che non c'è più.

E mi ritrovo a cercare in me tracce di te...

Ciao papà...

lunedì 1 aprile 2013

Voglia di primavera...

 
 

E' Pasqua.
Dopo tanti giorni di pioggia finalmente un po' di sole mi scalda il viso... Abbasso il finestrino della macchina e un vento caldo mi scompiglia i capelli... probabilmente già da domani il tempo cambierà ma per ora cerco di godermi questa calda giornata di primavera.
Mio marito guida silenzioso, abbiamo festeggiato la giornata a casa di mio cognato. Come sempre, accanto al piatto di mio suocero c'è un posto vuoto, una sedia vuota, piatti, posate e bicchieri come per tutti noi ma che nessuno utlizzerà mai più...
La giornata è stata bellissima, i narcisi e le violette sono fioriti nel giardino di mia cognata. Gli alberi sono ancora spogli ma pronti a rinascere: le gemme sui rami  dell'albero di ciliegio presagiscono la prossima fioritura.
Oggi, finalmente, è primavera.

Ho bisogno di luce, ho bisogno di fiori... ho bisogno di vita...
Sul sedile posteriore della macchina i miei bambini giocano al "gioco delle nuvole": il cielo è carico di cumuli bianchi che già annunciano che il tempo cambierà... che questa sarà solo una breve pausa, tanto per non farci scordare che dietro tutti quei nuvoloni grigi e tutta quella pioggia che è caduta nei giorni scorsi, c'è ancora un sole che scalda un cielo troppo azzurro e lontano per noi ma che oggi, il giorno di Pasqua, ha deciso di affacciarsi alla finestra del nostro mondo...
Matteo e Lorenzo guardano il cielo e in base alla forma delle nuvole, immaginano delle forme e le descrivono... "Un clown che fa il giocoliere... Le vedi le palle che ha in mano?"
Da piccola questo gioco piaceva molto anche a me. Guardo anche io il cielo e riesco perfino a vedere quello che vedono e descrivono loro...
Serena è stranamente silenziosa.
La macchina procede veloce. Tra poco si fermerà e io scenderò. Ho ancora qualcosa da fare oggi...

Siamo di fronte a una costruzione nuova, dipinta di un color giallo chiaro. Saluto mio marito e i miei bambini pattuendo che ci troveremo da lì a un'ora.
Suono il campanello e il cancello verde scatta.
Entro,  prendo l'acensore e salgo al primo piano. A passi lenti mi avvicino a una piccola camera, la n. 113.

Le pareti sono colorate di un bel verde. Oggi la televisione è spenta.
Mi spoglio, controllo che tutto sia in ordine.

Tu come al solito stai dormendo. Controllo che tutto sia a posto e mi siedo lì, accanto a te.
Parlo con gli infermieri e mi accerto se hai mangiato, chiedo com'è andata la notte.
Ti sistemo sul letto, faccio portare una coperta di lana perché sento che hai le mani fredde.
E ti guardo.
Ti svegli per un attimo, mi chiedi di accendere la televisione perché inizia un programma che ti pice... ma chissà a quale programma ti riferisci.
Io obbedisco... il tempo di prendere il telecomando e vedere lo schermo illuminarsi e tu hai già richiuso gli occhi... stai già dormendo ancora...

Faccio così fatica ad adattarmi a questa nuova realtà... Avevo pensato che sarei stata pronta...
Invece no. Non sono pronta a vedere che non ci sei... che la tua mente è volata via...
Cerco di regalarti quella dignità di uomo che, in questa stanza, forse hai perduta...

Prendo la tua mano tra le mie esattamente come facevi tu con la mia, tanto tempo fa, e l'accarezzo.
Compio quei gesti così familiari... La scaldo tra le mie proprio come facevi tu quando da piccola la sentivi fredda... e guardo fuori dalla finestra che ha la tenda scostata.
Si vede un pezzo di azzurro: scostandoti  la tenda cercano di fare in modo che anche tu, dal tuo letto, possa vedere un piccolo lembo di questa primavera.

Ho così bisogno di primavera... Ho bisogno di fiori, ho bisogno di tutti quei fiori con i quali, soprattutto ultimamente, decoro le mie torte...
Nei momenti dolorosi sono portata a "compensare"... cerco di compensare il dolore cercando dentro e fuori di me quelle cose belle che mi aiutano a "sollevarmi l'anima" per riuscire ad andare avanti. Così mi trovo anche qui, con te, a condividere i miei pensieri belli... a parlarti, nella mia mente, dei miei progetti importanti...
Perché io progetto con te, ripasso quello che ho ancora da fare con te, gli apputamenti futuri li riguardo con te.
Ti porto con me nel mio mondo di zucchero...
 



 
 
 
 
Vorrei portare dei fiori anche a te...
 
Scendo di un piano e mi prendo un caffé... In una sala vicina Elvis canta "Love me tender...", questa musica dolce e un po' fuori dal tempo mi accompagna mentre ritorno accanto al tuo letto.
 
Ricordo che tempo fa lessi uno scritto bellissimo... l'ho tanto cercato senza più riuscire a ritrovarlo.
Parlava di una anziano malato nel suo letto di ospedale. Però dentro di sé, quella stessa persona che gli altri vedevano come un pover'uomo distrutto dalla malattia e magari anche un po' "fuori di testa", era lo stesso uomo di venti o trent'anni prima. Con gli stessi sentimenti. Con lo stesso cuore. Con gli stessi sogni.
Chissà dove vai tu, quando chiudi gli occhi e gesticoli nel vuoto. Ti vedo salutare qualcuno che io non vedo. Ti vedo afferrare oggetti invisibili.
Cerco di avvicinarmi a te, pensandoti proprio come l'uomo che eri, cercando di immaginare i tuoi desideri, cercando di cogliere magari quei fiori che hai lasciato cadere durante il tuo cammino.
 
Sono qui, accanto a te. La tua mano nella mia. Ti accompagnerò ovunque tu deciderai di andare.
Che sia un giorno, un mese, un anno... Non importa.
 
Ti saluto piano, i tuoi occhi stanchi mi guardano per un secondo e sembrano riconoscermi... ma in quale tempo? In quale spazio?
 
Poi ripiombi nel sonno.
 
Ciao papà... a domani.
 
 
 


sabato 16 marzo 2013

Biscotti... biscotti... e ancora biscotti! :)





A volte ho semplicemente voglia di fare... di divertirmi un po'... di ritrovare quel rapporto quasi "intimo" che vivo con la ghiaccia reale che mi obbliga anche a non pensare a null'altro se non a quello che sto realizzando.
Sono nati così questi biscotti. Nati dalla voglia di regalare alla mia famiglia, ai miei bambini, qualcosa di buono e, possibilmente, grazioso.
 
Ho preparato una dose di biscotti, li ho tagliati con i cutters di forme semplici, quelle classiche, che sono ancora quelle che amo di più e ho voluto sperimentare un po'... e giocare.
 
Qualche tempo fa, mentre ero in provincia di Bari per un corso, ho visto un video di SweetAmbsCookies che mostrava come decorare i biscotti con la tecnica "wet on wet". Il video è questo. La tecnica mi è piaciuta immediatamente: adoro quell'aspetto un po' shabby dei biscotti e proprio durante il corso ho voluto sperimentarla. Diciamo che il primo risultato non è stato proprio meravigliosissimo ma mi ha permesso di capire bene come fare.
 
Ci ho riprovato durante un altro corso che ho tenuto a Genova e poi ho voluto rifarli anche a casa. Ho dato libero sfogo alla fantasia, pensando a quei servizi da tè inglesi tanto che amo. 
 
 
 
Ne ho fatti alcuni anche con colori più forti che contrastano di più e il risultato non mi è dispiaciuto.
 
 
 
In questo periodo mi piace giocare con il colore e il rosso rubino mi attrae particolarmente, forse perché mi ricorda la passione, l'amore...
E ho voluto provare a preparare un po' di ghiaccia colorata proprio di questo colore.
 
Durante i miei corsi dico che per lavorare con la ghiaccia reale "bisogna usare la testa". Questo significa che non esistono regole ferree... o meglio: in alcuni casi bisogna proprio attenercisi, in altri no. E' il caso relativo all'uso dei coloranti. Preferibilmente, quando coloro la ghiaccia reale, uso coloranti liquidi a base d'acqua: quelli di Squires Kitchen per intenderci (SK Liquid Food Colour). Questo vale per le decorazioni delicate, quelle che bisogna staccare e riposizionare sulle torte. Nel caso dei biscotti il discorso è diverso. La decorazione a run-out realizzata su un biscotto non ha bisogno di particolare resistenza poiché verrà realizzata su una base già sufficientemente solida: la superficie del biscotto che, nel mio caso, era di pasta frolla. Abbiamo quindi una libera scelta: possiamo usare qualsiasi tipo di colorante abbiamo a nostra disposizione (liquidi, in polvere, in pasta o in gel).
Volendo arrivare ad una tonalità molto intensa ho utilizzato i coloranti in pasta di Sugarflair. Ho usato il Claret, una bella tonalità rosso ciliegia intenso, a cui ho aggiunto qualche goccia di colorante liquido Chestnut per scurire. Ho ottenuto così il rosso rubino. Ho realizzato il contorno a consistenza off-peak e poi riempito l'interno a consistenza run-out.
E' stata la volta degli ovali che avrei poi posizionato centralmente sui biscotti... alcuni rosso rubino, e con altri ho voluto divertirmi un po' aggiungendo alla ghiaccia di riempimento bianca dei ghirigori di colore rubino utilizzando la stessa consistenza che avevo usato per il contorno. Con la punta di uno stecchino ho poi cercato di marmorizzare tutto l'ovale. Ne è risultato un bell'effetto che ho poi provato anche sulla superficie di un intero biscotto.
Sono nati così i biscotti "gioiello" che ho ulteriormente impreziosito colorando la decorazione di contorno con della polvere d'oro diluita in alcool alimentare.
 
 
 
Poi ho voluto fare dei biscotti cammeo: con le damine a pressure piping.
Chi mi segue sa quanto mi piacciano e questa volta ho voluto porprio pensare a un gioiello. Ho quindi preparato gli ovali nel colore delle pietre preziose: smaraldo, rubino, zaffiro. Ho realizzato quindi le damine a pressure piping e, una volta asciutte,  le ho posizionate sui biscotti.
 
 
 
Diciamo pure che mi sono divertita parecchio... :) 
Ho tenuto qualche biscotto "nudo" da parte nel caso venissi presa dalla voglia di giocare ancora un po'... :)
 
Vi lascio una carellata di immagini: come sempre sta a voi il giudizio finale... :)




















A presto,



mercoledì 27 febbraio 2013

Torta con cammei neri e damine... :)




Amo il mattino, amo  vedere l’alba, quelle ore sospese tra la notte e il giorno che deve ancora cominciare. Quelle ore che mi vedono sola, con la musica di sottofondo, sono momenti di concentrazione pura. Esisto solo io, esistono i miei pensieri, i miei progetti… e quello che voglio realizzare…
 
 
Sebbene vorrei davvero riuscire a dormire di più, soprattutto per i miei familiari che sono costretti a sopportarmi così come sono, sono consapevole che sono proprio queste ore, così preziose per me, quelle che mi aiutano a ritrovarmi e a ritrovare anche me stessa, a volte.
 
 
In queste ore lavoro, progetto, leggo, studio… o semplicemente scambio qualche parola con persone all’altro capo del mondo… oppure anche molto vicine a me ma, sorprendentemente, scopro che proprio in questo tempo sospeso ci si può ritrovare…
 
 
Recentemente mi sono stati affidati alcuni incarichi di lavoro, progetti che mi hanno dato modo di esprimermi attraverso quello che più mi piace fare, senza troppi vincoli. Così è nata la torta con i cammei neri e le damine.
La prima cosa a cui penso quando progetto un lavoro è il colore. Solo qualche tempo fa non avrei avuto dubbi: le mie torte sarebbero state tutte bianche. All’inizio della mia avventura il bianco delle mie torte è stato qualcosa che mi ha “contraddistinto” in un certo qual modo.
Ma sono in evoluzione continua, o molto più semplicemente in questo periodo ho voglia di sperimentare, e seguo il mio istinto…
Così, non appena ho cominciato a pensare a questo progetto, ho pensato che avrei voluto una torta verde acqua, i cammei di ghiaccia reale nera e le damine bianche, in modo che il contrasto fosse forte.
 
 
Da tempo possiedo dei cutters bellissimi, spesso acquisto attrezzi che immagino di poter usare in un certo modo… e poi invece li utilizzo in un altro. Nulla di nuovo in realtà, ma durante questo mio percorso quasi intimo con la ghiaccia reale, mi accorgo che sto diventando sempre più “purista” e, quando mi è possibile, a parte la copertura in pasta di zucchero, cerco di decorare le mie torte solo in ghiaccia reale.
Così, uno di questi magnifici cutters che possiedo è stato utilizzato per realizzare il pattern della decorazione centrale di questa torta. Ho ricopiato il disegno e ho realizzato la placca centrale a tecnica run-out.
 
 
Amo sperimentare… e realizzando questa decorazione ho voluto mescolare due tipi di ghiaccia diversi: una era stata preparata con il meri-white (la polvere di albume fortificato) l’altra con l’albume puro. Non sapevo cosa ne sarebbe risultato… Eddie sicuramente non approverebbe: “Mai mescolare due tipi di albume diversi!”, questo è quello che mi ha insegnato. Ma io sono una “testona” e devo sperimentare… e sbattere la testa contro il muro… da sola. E infatti così è stato.
Quando la decorazione si è asciugata, ho scoperto che aveva un aspetto “anticato” , aveva dei puntini più densi, opachi, e altre parti, invece, erano quasi trasparenti… quasi fosse stata “usurata" dal tempo. Devo dire che l’effetto non mi dispiaceva nemmeno ma ho preferito lasciare questi “virtuosismi” per altre torte, altre idee… almeno adesso so cosa devo aspettarmi… :)
Di fatto, essendo ormai fuori tempo limite, ho deciso che per la prima volta avrei utilizzato una bomboletta di spray perlato che possiedo da tempo e mai utilizzata, per ricoprire la placca centrale. Così ho fatto: lo strato ha ricoperto tutto, e l’effetto finale mi è piaciuto abbastanza anche se preferisco sempre vedere la ghiaccia reale nel suo aspetto naturale: bianca e lucida quasi come porcellana.
E’ stata la volta dei cammei neri. Il nero mi crea problemi. Non è un colore che amo utilizzare ma il contrasto con il bianco delle damine mi piaceva molto. Così ho aggiunto alla ghiaccia reale una “mistura” di colorante in polvere nero concentrato, allungato con il colorante nero liquido e ho realizzato gli ovali.
Poi ho preparato le damine a pressure piping. Questa tecnica offre notevoli possibilità. Con un po’ di fantasia e molta abilità, si riesce a riprodurre quasi tutto. Io devo ancora imparare tanto… ma le damine sono una decorazione che riesco a riprodurre senza troppo sforzo.
 
 
 
Se il decoro del top della torta era ben chiaro nella mia mente, qualche problema l’ho avuto con quello delle pareti. Spesso è proprio questa parte che mi mette “in crisi”. Ho quindi cominciato a disegnare. Sapevo che avrei voluto una decorazione a brush embroidery e, per forma mentis, tutto deve concordare, tutto deve essere “in armonia” nel design delle mie torte.
 
 
Mi capita a volte di vedere torte decorate in ghiaccia reale che, per me, non hanno alcun senso… magari la decorazione in sé è anche fatta bene, ma non segue alcun progetto, non è parte del design. Quando vedo queste cose mi sembra di vedere la mia dummy nera, quella che uso per fare gli esercizi, quando comincio qualcosa e semplicemente per la voglia di provare “sbatto” sulla torta qualsiasi cosa mi venga in mente.
Ecco… vedere dei lavori fatti in questo modo mi disturba, disturba quel senso di armonia che, invece, la decorazione con la ghiaccia reale dovrebbe sempre avere.
Ma questa è solo la mia opinione, per quel che vale.
 
 
Tornando al progetto di questa torta, avevo due problemi: la decorazione centrale, per la sua forma, sarebbe stata più adatta a una torta ovale quindi dovevo “armonizzare” il top per adattarlo ad una torta rotonda. Questo mi ha portato a pensare ad una decorazione leggera, di contorno al top, che avrebbe dovuto ripetersi anche sulle pareti. E ho pensato alle ghirlandine floreali a brush embroidery. Subito le ho disegnate e immediatamente ho disegnato anche la decorazione delle pareti. Piano piano il progetto prendeva forma… Ripetere poi il disegno del top anche sul vassoio, utilizzando la tecnica line work, è stato quasi un obbligo, per come sono abituata a pensare. Meno ovvia è stata la decisione di riempire questo disegno con la decorazione a cornelli. La decorazione a cornelli non mi piace moltissimo anche perché spesso viene utilizzata per “coprire” errori, sbavature, o anche semplicemente difetti nelle coperture in pasta di zucchero. Nel mio caso dovevo creare quello “stacco”, quella variazione che mi serviva per evidenziare il richiamo tra top e vassoio.
 
 
 
Quindi ho realizzato le ghirlandine di contorno e una piccola decorazione per riempire il vuoto che ancora rimaneva.
Il nastro nero che ho utilizzato per il contorno del vassoio ha dato quel “tocco in più” che serviva. Questo per indicare che anche un piccolo particolare come un semplice nastro, che c’entra molto poco con la decorazione di una torta può, invece, fare la differenza.
Beh… eccola a voi. Vi lascio come sempre qualche immagine.
 
 
 
 
 
 
 
 
A presto,
 
 

martedì 12 febbraio 2013

La mia estate senza fine...


Nelle profondità dell'inverno, ho infine scoperto che dentro di me vive un'estate senza fine. (A.Camus)



Può una frase di un grande scrittore essere l'ispirazione per una torta?
Per me evidentemente sì...
Ricordo che la trovai, non molto tempo fa, girando nel web. Appena letta la sentii subito mia, esattamente nella traduzione che ho citata (le traduzioni sono discordanti: alcuni traducono letteralmente "invincibile estate", altri come ho riportato sopra) ma per me, questa "estate senza fine", è qualcosa che avverto nel profondo del cuore. E non so nemmeno perché...
Ovviamente ho dato anche una mia interpretazione a questa stessa frase... è diventata più una primavera, ma ho sempre pensato esattamente a questo: volevo realizzare qualcosa che riproducesse materialmente la mia consapevolezza di ora... quasi una felicità intima... profonda.
Avvertirla in pieno inverno poi, realizzare questa torta anche mentre la neve cadeva copiosa sugli alberi  e sulle strade davanti alla mia finestra, mi ha fatto avvertire la sensazione di un cerchio che si chiude, un cerchio infinito, quell'infinito che si ripete come una costante in tutta la torta.
 
Fin da subito l'idea era proprio quella di riprodurlo. E sono partita proprio da un cerchio, la torta rotonda (ma quando mai le mie sono di forma diversa? :D ) ma non era ancora sufficiente.
 
Proprio recentemente mi è capitato di conoscere una persona, io lo chiamo il mio amico americano, Tony: nella foto del suo profilo su fb, sta realizzando un collar a run out. Appena visto quel disegno ho capito che si adattava perfettamente all'idea che volevo mettere in pratica.
Con una buona dose di coraggio quindi, ho chiesto se poteva inviarmi quel disegno e Tony subito ha acconsentito.
Questo disegno, nella mia mente, rappresentava il simbolo matematico dell'infinito (∞) ripetuto in un cerchio... quindi perfetto.
Di fatto, il disegno speditomi da Tony non è altro che la riproduzione di un collar di Nirvana, un grande Royal Icer del passato, di cui ho parlato quando raccontai la storia della ghiaccia reale in un post di qualche tempo fa...
 
Piano piano l'idea nasceva, si sviluppava... e quindi la torta prendeva forma. Subito ho realizzato le decorazioni a run-out, fatte tutte separatamente. Parlando di primavera/estate tutto doveva essere ricoperto di fiori, quindi le decorazioni floreali a pressure piping. Ho poi attaccato il grande anello alla base della torta e l'ho decorato, quindi ho attaccato la torta. 
Il topper, la decorazione all'interno del cerchio sospeso, è quella che da qualche tempo considero la mia "firma" sulle torte: il cuore, il mio, a run-out con all'interno la margherita a pressure piping (che per me rappresenta Eddie Spence), circondato e sostenuto da piccole ghirlandine di fiori e foglie che riproducono ancora una volta il simbolo matematico dell'infinito.
Subito dopo ho realizzato tante roselline e fiorellini. Le roselline le volevo piccolissime: non ho usato il classico beccuccio per i fiori, ma un beccuccio per realizzare in nastri in ghiaccia che avevo già provato qualche tempo fa quando scrissi il post sulle rose.
Ne sono risultate rose piccolissime. Calibrando poi la pressione sul conetto, si riesce a renderle davvero minuscole.
Una volta asciutte le ho colorate con i coloranti in polvere, cercando di mantenermi su tonalità delicate.
 
Dopo aver montato sul top della torta l'anello, le margherite di sostegno, ho attaccato il cerchio con la decorazione centrale. Quindi i pizzi che riflettono il disegno delle margherite.
Ho attaccato le roselline, i fiorellini preparati in precedenza, e le foglie.
Sperando, ovviamente, di aver ben valutato il peso di tutte le decorazioni... perché non ero così sicura che le sole margherite di sostegno avrebbero retto...
 
E' stata poi la volta della decorazione ad extension work. Anche questa volta sono senza il ponte di sostegno, e ho voluto usare il mio amato beccuccio n.00 che non avevo utilizzato a Natale.
 
Il disegno dell'infinito è riprodotto anche sulle pareti della torta. Gli extension seguono il disegno della curva inferiore.
Poi, beh... ho voluto rischiare, quindi ho attaccato le roselline anche sugli extension sospesi...
Le scariche di adrenalina di sono ripetute, esattamente come quando feci il gazebo... e avrei dovuto fermarmi lì.
Purtroppo non ero soddisfatta del risultato: avevo la netta sensazione che "mancasse qualcosa": volevo realizzare delle farfalle, anche queste rappresentato l'estate, per me.
 
E così è stato. Piccole farfalle a brush embroidey, in modo che fossero leggerissime, spolverate di colorante perlato e rosa brillante.
E ho voluto rischiare ulteriormente: ne ho attaccate alcune direttamente sui fili di ghiaccia. Ho rischiato l'infarto quando, appoggiando una farfallina, ho visto quei sottilissimi fili flettere pericolosamente... però, alla fine, hanno retto.
 
Ho gioito di ogni momento, realizzando questa torta. Come sempre al termine di un lavoro, non sono affatto certa che mi piaccia e non sono certa che mi piacerà in futuro. So però che dopo aver attaccato le farfalle, ho capito che era finita. Non doveva accogliere nulla di più ma nemmeno nulla di meno.
Come sempre lascio a voi giudicare il risultato.
 
Ho dedicato questa torta a mia figlia Serena, che l'ha voluta fortemente non appena mi ha visto cominciarla e spiegarle quello che avevo in mente.
Quindi questa è per te, Serena, amore mio...
























Alla fine ho anche realizzato un video con le immagine scattate, è una canzone che piace tanto a Serena ma anche a me. L'ho ascoltata spesso mentre realizzavo questa torta...

Eccolo:

http://youtu.be/GFRe3dboGr4

A presto,

Donatella