mercoledì 7 luglio 2010

Diario di viaggio: la realtà, a volte, è più bella del più bello dei sogni.....


Eccomi qui, tornata a casa, felice di esserci, consapevole di aver vissuto un'esperienza straordinaria, e, proprio per questo, con un po' di rimpianto perchè sebbene ogni momento di questi quasi cinque giorni lontana dalla mia famiglia siano stati vissuti intensamente, minuto per minuto, sono trascorsi in fretta...troppo in fretta...
Questo diario comincia mercoledì pomeriggio, quando Michela approda a Pavia. La vado a prendere alla stazione insieme a Serena giudando la mia Turchina (chiamata anche "Turchy" la mia auto, una Opel Agila, da me battezzata con questo nome per via del suo colore: mi ricorda un cielo azzurro anche nelle grigie e uggiose giornate invernali). Mi trovo davanti praticamente una ragazzina dai capelli rosso tiziano, con occhi dolcissimi, e dall'aria sbarazzina. Una versione "Pippi Calzelunghe" dei giorni nostri... che sventola la mano per salutarmi...
Ci abbracciamo fortissimo, le nostre chiacchierate in chat e al telefono ci fanno sentire subito a nostro agio, ci conosciamo da tempo, ma...averla qui, accanto a me...è tutta un'altra cosa.
La sera andiamo a cena fuori, con mio marito e i miei bambini, e il giorno dopo, alle sette ci mettiamo in macchina per andare a Malpensa.
Salutiamo tutti e siamo lì, noidue sole...pronte per cominciare questo sogno, su cui abbiamo fantasticato per tanti mesi... e che ora sta per cominciare...
Dopo un paio d'ore trascorse a girare per l'aeroporto ed aver svolto tutte le formalità dell'imbarco eccoci sedute sull'aereo che ci porterà in UK...dove incontreremo il mio mito, l'uomo che mi ha fatto letteralmente sognare guardando quello che riesce a realizzare con un po' di ghiaccia reale, un conetto di carta ed un beccuccio in mano.
L'aereo rolla sulla pista, accelera e si stacca dal suolo. La mia mano stretta stretta in quella di Michela perchè la paura di volare mi assale, ma eccoci...stiamo già volando in alto. Sotto di noi le case diventano sempre più piccole. Dall'oblò riusciamo a vedere bene il paesaggio sottostante, oramai sotto di noi solo tanti quadratini verdi di intensità diversa. Presto attraversiamo il Canale de La Manica e, in breve, ci avvertono che abbiamo cominciato l'atterraggio.
Siamo perfettamente in orario. All'aeroporto di Heathrow ci sarà Kristina, la terza compagna d'avventura, e Vivian Lee ad aspettarci.
Vivian: ancora prima di varcare la soglia che ci porterà fuori dall'area passeggeri la vedo. E' appoggiata alla protezione e tiene in mano un cartone con scritto a caratteri cubitali "DONATELLA". 
Sventolo le braccia, la chiamo. Lei capisce che sono io e ricambia. Sembriamo tre amiche che si conoscono da sempre, invece, Michela l'ho incontrata solamente il giorno prima, mentre Vivian l'ho contattata solo due settimane fa...potenza della realtà virtuale...
Kristina ci avverte con un sms che il suo aereo è in ritardo, è atterrata anche lei qualche minuto dopo di noi, quindi con Vivian ci dirigiamo, in macchina, subito al Terminal 4 dove incontreremo Kristina.
Ora il problema è riuscire ad individuarla...Heathrow non è esattamente un aeroporto di piccole dimensioni...
Ci telefoniamo...per capire esattamente dove incontrarci. Mi dice che ha una grossa valigia rossa. Finalmente Kristina, ungherese con accento romano, mi chiede "Che..? Indossi una maglietta gialla tu???" Si, indosso una maglietta gialla..."Guarda un po' davanti...!!"
Una signora bionda con i capelli corti sta trascinando un enorme valigione rosso e contemporaneamente parla al telefono....guardando la valigia si direbbe che ha in mente di partire per il giro del mondo in 80 giorni, e si è portata tutto il necessario...invece starà qui con noi solamente tre giorni e quattro notti...
Ci abbracciamo, baciamo, salutiamo e presentiamo Vivian per almeno dieci minuti buoni...poi via, partiamo per Oxford.
Vivian ci sorprende ancora una volta per la sua gentilezza e disponibilità: ci accompagnerà lei in macchina fino a destinazione, quando, invece, pensavamo di stare con lei solo qualche ora e lasciarla alla stazione dei treni.
Quindi saliamo in macchina. Destinazione: un negozio di decorazione dove, ovviamente, vogliamo fare un po' di shopping (ecco il vero motivo della grossa valigia di Kri) e poi via verso Eynsham, un villaggio vicino a Oxford.

Non so dire qualte volte ci siamo perse. Kristina, che non appena toccato con il piede sinistro il suolo inglese comincia a parlare inglese quasi avesse vissuto qui per almeno una ventina d'anni, è il nostro navigatore...e non aggiungo altro.
Per la cronaca : Michela ed io, sedute nei posti dietro, ci limitiamo a dire quasi all'unisono "Yes, yes!" oppure "Really?" o ancora "Nice/Lovely!!". E questa è stata la nostra unica partecipazione ai dialoghi in inglese.
Finalmente arriviamo al negozio. Pausa per fare i nostri acquisti, ai quali aggiungiamo, all'ultimo momento, anche tre fruit cakes, le tipiche torte che gli inglesi decorano sia con la ghiaccia reale che con la pasta di zucchero: dobbiamo proprio assaggiarle per capire se si adattano al nostro gusto!!

Uscite dal negozio andiamo a mangiare qualcosa con Vivian e le porgiamo un piccolo regalo per lei: una collana realizzata da Anna, amica di Michela, con una magnifica rosa realizzata da Michela stessa in fimo. Vivian si commuove, noi anche: non riusciamo a credere che questa piccolo dono abbia toccato così tanto il cuore di questa meravigliosa amica incontrata qui per la prima volta: un uragano con gli occhi a mandorla, che, nonostante tutti gli impegni (Vivian è insegnante presso Squires Kitchen, maestra nella decorazione con la ghiaccia reale - l'erede di Eddie secondo me - che a vinto numerosi premi con le sue creazioni ed i suoi articoli sono pubblicati sulla rivista inglese pubblicata da Squires "Cakes & Sugarcraft") trova un giorno libero per incontrarci ed accompagnarci così lontano da dove lei abita!
Dopo qualche tempo riusciamo ad arrivare ad Eynsham (il navigatore Kristina "colpisce" almeno un paio di volte ancora), Vivian ci saluta fuori dall'albergo con la promessa di sentirci e, se riesce, di venirci a prendere ancora per accompagnarci all'aeroporto al nostro ritorno!!
Non riusciamo a credere di trovarci una persona tanto gentile!! Ovviamente cerchiamo di rifiutare...ma lei ci dice che si terrà in contatto.

Abbiamo due camere. La sorte decide che Michela e Kristina dormiranno insieme nella camera con il bagno mentre io in camera da sola, con il bagno all'esterno da condividere con un altro ospite "misterioso" dell'albergo.

Ceniamo e andiamo a dormire. Le giornate qui sono fresche, e la sera indossiamo le nostre felpe.

L'alba del giorno successivo mi trova alla finestra della mia camera. Non riesco proprio a dormire un po' di più. La giornata è grigia e piovosa, ma...chissenefrega...fra poco incontrerò il "MIO" Eddie!! Prepariamo tutto il necessario per il corso, facciamo colazione.
Kristina decide di assaggiare il tipico English breakfast e si trova davanti un piatto di salsicce, uova al tegame, fagioli, patatine fritte e quant'altro ( a seguire, durante la giornata al corso, ho sentito Kristina chiedere qualcosa per lo stomaco...non aveva digerito...chissà come mai?)..
Poi, armate di borse ed ombrelli, ci avviamo alla ricerca della casa di Annie, la signora che organizza il corso.
Attraversiamo a piedi questo grazioso villaggio con le case di pietra, alcuni tetti sono di paglia pressata, ammiriamo i piccoli giardini curatissimi e scattiamo qualche foto ai fiori.
Dall'interno delle case ci guardano un po' incuriositi. Alcuni abitanti ci sorridono. Un signore, dall'interno della finestra, mi vede fotografare una rosa bellissima ed esce sulla porta di casa, invitandomi a varcare il cancelletto per fotografarla meglio.
Una macchina si ferma appositamente per chiederci se abbiamo bisogno di aiuto...la gentilezza di queste persone è disarmante...
Dopo dieci minuti arriviamo a destinazione.

Ed eccolo: attraverso i vetri delle finestre di Annie vedo il "mio" Eddie, già vestito con la giacca bianca. I tavoli sono pronti. Tutto è pronto. Ci fermiamo un attimo a pensare se è il caso di suonare o no, con il cuore che ci batte forte. Poi squilliamo il campanello.

Ci accolgono con grande calore. Subito Eddie ci viene incontro. Ci abbraccia e ci bacia: è un omino piccolo, con i capelli bianchi ma con un entusiasmo travolgente...questo lo capiamo istantaneamente.
Arriva anche Annie, ci saluta con calore dicendoci che non vedeva l'ora di conoscerci....nei mesi passati l'abbiamo tampinata con una valanga di email...ma lei ha capito che la mia, quella di Michela e Kristina era entusiamo, passione pura!

Attendiamo ancora l'arrivo di qualcuno dei nostri compagni di corso. Nel frattempo incontriamo Anne.  Anne: incontrata anche lei sul forum inglese abbiamo cominciato a scriverci via email fin dal mese di Ottobre dello scorso anno. Fu lei, per prima, a spingermi ad iscrivermi a questo corso, dicendomi che se amavo davvero così tanto questo tipo di decorazione bisognava che facessi un viaggio di qualche giorno in Inghilterra e partecipare ad un corso con Eddie. Mi disse che lei aveva già partecipato già un paio di corsi tenuti da lui, che erano fantastici...
Ovviamente stava sfondando una porta già quasi aperta e non le ci volle molto a convincermi.
Anne: una bellissima donna di origini francesi che vive e lavora a Londra. Si è prodigata per noi in questi mesi affinchè avessimo tutto il necessario per il corso. Ha acquistato per noi tutta l'attrezzatura. Ha ricoperto con uno strato di ghiaccia reale le nostre tre dummy cakes (torte di polistirolo) oltre alla sua, in modo che ci trovassimo nella condizione ideale per cominciare senza ulteriori perdite di tempo. Ad Anne abbiamo regalato una bella sciarpa di uno stilista italianissimo che lei ha indossato subito con orgoglio, ed ancora per i giorni successivi.
Thank you again ANNE!!

Il corso comincia. Eddie ci consegna i modelli per realizzare i tre collars (le strutture rigide di ghiaccia reale) che andranno posizionate sulla torta e ci mostra come fare. Attacchiamo i modelli ai vassoi piani e li copriamo con del cellophane che ungiamo con del grasso vegetale in modo che i collars si possano staccare facilmente.
Lui passa da ognuno di noi. Appena sente che qualcuno è in difficoltà accorre. Kristina dice che ha la mano tremante ed è un po' timorosa. Lui le si avvicina, le sorride. Prende la mano di Kristina nella sua e le dice "Let's shake together.." (tremiamo insieme...) e l'aiuta a realizzare il contorno del primo dei tre collars che andremo a realizzare.
Ci incita a non essere preoccupati: dobbiamo soltanto divertirci : "Enjoy!"
Da quel momento Kristina non si è più fermata. Ha realizzato almeno il 95% della sua torta da sola. Eddie si è profuso in complimenti e esclamazioni di gioia, vedendo il suo lavoro. Io e Michela, più timorose, abbiamo realizzato solo il 50% della torta da sole.
Eddie ci ha spiegato come modificare la consistenza della ghiaccia reale semplicemente muovendola con una spatola sul piano di lavoro (paddle the icing).

Alla fine della giornata i tre collar erano pronti e messi ad asciugare.Chiacchierando con Eddie scopriamo che la sera ha prenotato un tavolo proprio al ristorante dell'albergo dove siamo noi...e come potevamo farci scappare l'occasione?? Ovviamente gli chiediamo di cenare insieme!! Lui accetta. Purtroppo la cena non è stata delle migliori, Eddie si è trovato davanti un piatto di salsicce carbonizzate poichè in cucina mancava lo chef del ristorante che era stato sostituito con un apprendista...questa, purtroppo, è stata una nota dolente.
Alla fine della cena abbiamo chiesto ad Eddie di assaggiare con noi una delle fruit cake che avevamo acquistato (a lui che è anche giudice in COMPETIZIONI per le fruit cakes!!!!).
Abbiamo spiegato che non ne avevamo mai assaggiata una. E' andato a prendere nella sua macchina un tagliere ed un coltello...ed ha tagliato la torta, l'ha assaggiata, proprio come avrebbe fatto in una competizione, l'ha criticata, dicendo che si sbriciolava troppo. Ha concluso che non era troppo male..."Not too bad..." quante volte gli abbiamo sentito ripetere queste parole nei tre giorni trascorsi insieme...
Quindi abbiamo assaggiato anche noi...e...sorprendentemente ci è piaciuta! Ci ha riportato in mente immediatamente i sapori del Natale e lo abbiamo detto ad Eddie che, infatti, ci ha detto che per loro è proprio la torta tipica del Natale, ma che viene usata anche per torte per cerimonie importanti.
Così abbiamo deciso che quest'anno a Natale proveremo a farla anche noi.
Alla fine della serata abbiamo salutato Eddie, Tracy e Natasha (altre due signore incontrate al corso che hanno cenato con noi), e, stanchissime, siamo andate a dormire.

Il giorno successivo comincia con una sorpresa: mentre facciamo colazione in albergo la ragazza che serve ai tavoli viene da noi chiedendoci se qualcuna tra noi si chiama "DONA". Capisco immediatamente che sono io, e, incuriosita, prendo la cornetta e l'appoggio all'orecchio. Dall'altra parte sento una bella voce di donna che mi dice che è Maureen...MAUREEN!!! LA MIA MAUREEN!!!
"MAUREEN!! MAUREEN!!! MAUREEEEN!!!!" Non riesco a far altro che continuare a ripetere il suo nome al telefono, senza riuscire a spiccicare quasi nessun'altra parola - anche perchè il mio vocabolario è davvero limitatissimo -.
Maureen, anche lei incontrata sul forum inglese, ci scriviamo spessissimo. Lei, con quarant'anni di esperienza alle spalle con la ghiaccia reale, risponde generosamente a tutte le mie domande, chiarisce i miei dubbi, mi incoraggia e mi critica, ma le sue non sono mai critiche "sterili" : ha sempre un consiglio per me  - ma non solo per me - perchè ha capito che voglio migliorare. Fu lei a raccontarmi la storia della ghiaccia reale, che ho poi pubblicato sul mio blog.
Purtroppo il mio inglese mi permette di comprendere solo il 10% di quello che dice, e la telefonata si svolge quasi a senso unico, con lei che parla e io che il più delle volte le dico che non ho capito quello che dice. Decido quindi di passarla a Kristina, ma anche lei, all'inizio, ha qualche problema a comprendere - e questo un po' mi consola... Sono così felice di aver avuto la possibilità di parlare con la mia dolce Maureen. Avremmo voluto incontrare anche lei in questo nostro viaggio, ma i tempi strettissimi e la lontananza non ci hanno permesso di fare altrimenti.

Dopo colazione ci avviamo a casa di Annie: abbiamo una giornata molto impegnativa davanti a noi. Prendiamo i collars oramai asciutti, realizziamo l'albero i fiori e le foglie a mano libera, sul secondo collar realizziamo la staccionata, sempre freehand. Quindi cominciamo a realizzare i puntini e la piccola decorazione a "running beads" attorno ai collars. Un lavoro di grande pazienza. Quindi la decorazione a tralci e fiori all'interno delle lunette.Una vosta terminata arriva la parte più impegnativa: realizzare la bimba. In men che non si dica Eddie ci fa vedere come fare a creare la bambina. Lui è velocissimo: la sua mano esperta crea viso, mani, braccia, cuffietta e tutta la bimba nello spazio di qualche minuto soltanto. Poi velocemente ne realizza un'altra. Quindi tocca a noi.
Della mia io ho realizzato i piedi, il braccio che regge la paletta la paletta l'innaffiatoio e il pancino scoperto. Il resto è mano di Eddie. Ancora una volta Kristina non si è lasciata intimorire dalla difficoltà della decorazione e si è lanciata, col suo solito coraggio, realizzando la bimba con grande maestria.

Nel corso della giornata Eddie ci tiene una lezione su come realizzare la ghiaccia reale utilizzando l'albume secco  ed utilizzando il Kenwood (ovviamente per grandi quantitativi). Ora capisco che come la faccio io non va bene: devo riprovarci una volta tornata a casa.
Al termine della giornata siamo abbastanza stanche.

La sera decidiamo di cenare in un ristorante indiano con Anne e Natasha. Anne, più pratica di noi, ordina una quantità di pietanze smisurata per la gioia di Kristina che, continua a borbottare "Vojo magnà!! C'ho FAMEEEE!!!" (ho dimenticato di precisare che per tutta la durata del corso a parte tè e caffè, distribuiti a profusione per tutto il giorno "nun se magnnava niente" - parola di Kri!).
Michela, già magrissima, è tornata a casa dimagrita di almeno un paio di chili, penso...anche perchè quando si trovava davanti un po' di cibo, c'era sempre qualcosa che le impediva di mangiare.
Un esempio per tutti. Ristorante indiano. Abbiamo davanti una serie di piatti. In uno di questi c'è qualcosa che potrebbe vagamente assomigliare ad un peperone verde immerso in una salsa di pomodoro. Michela, che adora le verdure, prende la forchetta e lo mangia. io faccio lo stesso...ma proprio in quel momento sento l'urlo di Kristina, che come al solito ci aveva precedute, grida "MA CHE SCHIFOOOO!!!"  Io, che avevo appena appoggiato il peperone sulla lingua, sento immediatamente bruciare le papille gustative e, senza alcuna vergogna, mi tolgo di bocca il "peperone" e lo metto nel mio piatto. Guardo Michela che improvvisamente è ammutolita: è rossa come un peperone - per l'appunto - e comincia ad ingoiare bicchieri interi di acqua e pezzi di pane indiano...Il tutto tra le risate di tutte noi che assistevamo impotenti alla scena.
Inutile dire che Michela, dopo quel primo boccone che le ha bruciato pure le pareti dello stomaco, poco ha mangiato...
Aggiungo solo che ad un certo punto, dopo tutti i nostri schiamazzi, il cameriere, indiano pure lui, ha chiuso le tende completamente oscuranti della vetrina che avevamo accanto, creando quasi il buio assoluto...e lì abbiamo intuito che forse fosse il caso di alzarci ed andarcene...

Il giorno successico cominciamo la decorazione del top della torta: Eddie si spiega come creare la nuvola ritagliando velocemente un modello di carta che, posizionato sulla torta dovrà essere spennellata con il colorante azzurro in modo da creare il cielo sfumato attorno ad essa.
Un altro pezzo di carta,  posizionato a due diverse altezze e spolverato sui bordi di colorante vede con la stessa tecnica crea il prato verde.
A questo punto procediamo con la decorazione della parete della torta. Eddie spiega come fare, e questa riesco a realizzarla quasi totalmente da sola. Quindi cominciamo la decorazione del vassoio. Ancora un cartomodello con la forma del collars a punte e con la sac-à-poche e beccuccio n. 2 dobbiamo seguirne il contorno. Poi realizziamo la linea più esterna che termina con i riccioli. Ora dobbbiamo ripassare sopra la linea che abbiamo realizzato in precedenza con il beccuccio n.1. Realizziamo una decorazione a running beads nel punto di giuntura della torta al vassoio e anche quella vicino al bordo ( sulla mia a Fleur de Lys).

Comincia la costruzione del top della torta. Delicatamente stacchiamo il primo collar dal cellophan (quello che ha anche l'albero) e lo attacchiamo con la ghiaccia reale alla torta. Stacchiamo con tutte le precauzioni la bimba, il braccio che regge l'innaffiatoio, che è stato realizzato separatamente e con un po di ghiaccia reale la attacchiamo in modo che rimanga un po' staccato dal top (per dare un effetto tridimensionale) quindi attacchiamo il braccio alla bimba e creiamo la manica della camicetta. Attacchiamo anche il vaso con la piantina. Tutte operazioni delicatissime, che essendo la prima volta, ho lasciato fare a lui.
Quindi posizioniamo il secondo collar, che ha la staccionata attaccata. In questo modo la decorazione è su tre piani diversi e crea un effetto tridimensionale bellissimo. Kristina si dispiace perchè, avendo fatto tutto da sola, si accorge che la staccionata copre quasi totalmente l'innaffiatoio... Eddie capisce subito, e, quando Kristina si allontana, stacca il pezzo più alto della staccionata, lasciando tutto il resto intatto...Ora sulla torta di Kri tutto è visibile e perfetto.
Posizioniamo il terzo collar, quello rotondo ad anello. La torta è praticamente finita...manca un ultimo tocco da maestro...DEL MAESTRO...
Eddie passa da ognuno di noi e con il suo conetto pieno di ghiaccia realizza in qualche minuto la decorazione a scrolls sopra l'ultimo collar ad anello...credo nessuno di noi sarebbe stato in grado di farlo da solo...

La torta è terminata.
Prima di finire la giornata Eddie ci mostra come realizzare diversi tipi di scritte e come abbellirle. Noi non possiamo far altro che rimanere in silenzio ed ammirare. Lui, ogni volta che termina una decorazione si commenta da solo e dice "Not too bad...". Il maestro.
Più di una volta ci ha incitati ad insegnare quello che lui ci stava insegnando...per evitare che l'arte della ghiaccia reale muoia...
Sentirlo dalla sua viva voce, da lui che ha sessant'anni d'esperienza, ha rafforzato ancora di più il mio impegno in questo senso.

Annie prende ognuna delle nostre torte e le fotografa per metterle nella galleria del suo sito. Noi tre, a turno, ma anche contemporaneamente cominciamo a piangere...abbracciamo Eddie, ci piange il cuore al pensiero di lasciarlo.
Lui, sorprendentemente si commuove e piange...ci dice tra le lacrime che si è sentito molto onorato di avere avuto tre persone che sono venute appositamente dall'Italia per seguire un suo corso.Lui.
Abbiamo tentato di spiegargli che, invece, è stato un onore per noi potervi partecipare.
Abbracci e saluti sono continuati anche in strada...fino a quando lo abbiamo lasciato...con la promessa di rivederci, di tenerci in contatto e di ritornare al più presto (cosa che faremo l'anno prossimo!!!)

Di questa esperienza non dimenticherò mai il sorriso di Eddie, la sua semplicità, la sua energia, la sua generosità espressa dalla sua voglia di insegnarci nel migliore dei modi e quanto più possibile con l'esatta intenzione di "passare" a noi  "studenti" TUTTA la sua conoscenza.

La consapevolezza di aver conosciuto una persona davvero eccezionale,  umanamente e professionalmente.
Quando l'ho abbracciato per l'ultima volta, prima di andare, l'ho stretto forte forte a me...e non avrei voluto lasciarlo andare via più...
Alcune foto che pubblico sono di Nick, (THANK YOU NICK!!) l'unico uomo partecipante al corso, gli ho chiesto il permesso di copiarle e di pubblicarle. Questo è il suo sito, dove se vorrete dare uno sguardo, troverete altre foto del corso a cui abbiamo partecipato:


Vi lascio qualche foto.
Questa, assieme a quella di inizio post, è la mia torta:



La torta di Kristina:


La torta di Michela...



Vivian Lee : un uragano dagli occhi a mandorla...


Eddie, Michela - sulla sinistra - ed io - con gli occhiali azzurri...


Kristina al lavoro...



Carnevale inglese nel villaggio: scatto qualche foto...


Il nostro albergo...


Eddie ci mostra come realizzare e abbellire le scritte con la ghiaccia reale...


Un lavoro di Eddie...a tempo perso....


Eddie ed io, l'ultimo abbraccio...




Noi tre, al pub a bere sparkling water, con Anne, che scatta la foto.

Di Kristina mi rimarrà il ricordo di un'ungherese con l'accento romano, con un coraggio da leone, una generosità incredibile e un'entusiasmo contagioso...
Le frasi: "All streets lead to Rome" e "Tomorrow is another day" rimarranno per sempre impresse nella mia memoria... :)

Della mia dolce Michela...beh..che dire? Nel corso del viaggio si è un po' limitata con le sue "freddure" un po' perchè indossavamo sempre la felpa (ah, ah, ah!) un po' perchè in inglese, forse, non le sarebbero riuscite altrettanto bene...verlo? (appena mi mandi la foto della tua torta la aggiungo...) Rimane per me una persona speciale, che mi ha contattata ed, esattamente come Eddie, non ho più lasciato andare via...

Concludo questo diario di viaggio (o di un sogno divenuto realtà) aggiungendo che siamo riuscite a tornare sane e salve a casa con le nostre torte, contrariamente a tutte le aspettative. Come dicevo tempo fa gli inglesi hanno la cultura delle torte decorate - e non - quindi, sebbene avessimo due bagagli a mano (la borsa e la torta) non abbiamo incontrato alcun problema all'aeroporto.

Purtroppo la scatola che conteneva la torta di Kristina, nonostante tutte le raccomandazioni, nel passare i controlli, si è quasi capovolta e purtroppo una delle lunette del secondo collar si è rotta. Quando ha inviato a Michela e a me il messaggio dicendoci quel che le era accaduto, siamo rimaste di sasso, partecipi del suo dispiacere ma, purtroppo, impotenti.

Eddie ha autografato la copia del suo libro che, naturalmente, avevo portato con me. Mi ha scritto una dedica, esattamente come ha fatto con Michela e Kristina.
Mi rimane il suo ricordo, e l'anticipazione di quasi un anno prima che possa partecipare ancora ad un suo corso (eh si...ne abbiamo già prenotato un altro eh...)..
Ma anche un foglietto, dove ho scritto il suo indirizzo...ed un messaggio sul cellulare che ho trovato questa mattina: un breve testo che dice che è stato un piacere conoscerci e non vedono l'ora di incontrarci ancora. Baci e abbracci.
Firmato: Eddie & Tracy.

Donatella